Torino, il Papa parla di lavoro. Presente anche Marchionne

La stretta di mano tra l'amministratore delegato di Fca Sergio Marchionne e Bergoglio, al termine del discorso del Papa, ha fatto alzare qualche fischio dalla folla. Punti cardine dell'intervento del Pontefice il ruolo fondamentale del lavoro per la dignità della persona e l'immunità dello stesso da "collusioni mafiose, truffe e tangenti"

Torino, il Papa parla di lavoro. Presente anche Marchionne

Papa Francesco, in visita pastorale a Torino in occasione dell’ostensione della Sacra Sindone, oggi ha incontrato il mondo del lavoro. Nel suo discorso, Bergoglio ha parlato di come il lavoro sia necessario per costruire la dignità della persona, sottolineando che deve anche essere immune da collusioni mafiose, truffe e tangenti. Ad ascoltare le sue parole era presente anche l’amministratore delegato di Fca, Sergio Marchionne, il quale è stato il primo a stringere la mano del pontefice al termine del suo intervento.

Non tutti i presenti in Piazzetta Reale, però, hanno gradito il gesto e, non appena l’immagine della stretta di mano è comparsa sui maxi-schermi della piazza, dalla folla si è alzato più di qualche fischio. “Esprimo la mia vicinanza ai giovani disoccupati, alle persone in cassa-integrazione o precarie; ma anche agli imprenditori, agli artigiani e a tutti i lavoratori dei vari settori, soprattutto a quelli che fanno più fatica ad andare avanti”, ha detto Papa Francesco, aggiungendo che “il lavoro non è necessario solo per l’economia, ma per la persona umana, per la sua cittadinanza e per l’inclusione sociale“. Il Pontefice ha inoltre invitato tutti a rifiutare la cultura dello scarto che esclude i poveri, i bambini, gli anziani, i giovani: “Quello che non produce si esclude a modo di usa e getta”, ha spiegato, mentre bambini e anziani sono in realtà una ricchezza perché i primi rappresentano il futuro e i secondi la memoria.

Papa Francesco ha poi parlato delle donne, ancora sfruttate nel mondo del lavoro, e della crisi “che è globale e complessa”, spiegando che “non si può solo aspettare la ripresa. Il lavoro è fondamentale, lo dichiara fin dall’inizio la Costituzione Italiana, ed è necessario che l’intera società, in tutte le sue componenti, collabori perché esso ci sia per tutti e sia un lavoro degno dell’uomo e della donna”.

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