Scicli come Vigata, città della famosa fiction, chiusa per mafia

Un duro colpo è stato inferto alla "cupola" che gestiva gli affari in Comune. Indagato il sindaco, che dice: "Non mi dimetto, sono tranquillo". Ma intanto si rovista tra le carte e gli archivi alla ricerca di infiltrazioni mafiose

Scicli come Vigata, città della famosa fiction, chiusa per mafia

Una nuova minaccia incombe sul povero commissario Montalbano: quello che finora è accaduto solo nella fiction questa volta si è tramutato in realtà. Per un puro caso infatti la cittadina di Scicli o, se preferite, Vigata, è al momento oggetto di ripetuti controlli e ad esserne coinvolto in prima persona è l’ufficio del sindaco di Scicli, che tra qualche settimana potrebbe essere chiuso “per mafia”.

In pratica, si sta cercando  di capire se vi sono infiltrazioni mafiose, cosa che porterebbe in un batter d’occhio allo scioglimento del Comune. Oggi saranno ascoltati i venti consiglieri e successivamente i funzionari del Prefetto cercheranno negli archivi e nei bilanci, per decidere il 6 ottobre sulla sorte di Scicli. L’indagato principale della vicenda è il sindaco Franco Susino, 65 anni, medico, un politico del centro-sinistra che è risultato coinvolto in un’indagine della procura di Catania su appalti di rifiuti urbani. L’indagine, partita dalle aministrative del 2012, ha visto coinvolti anche altri sei personaggi, arrestati il mese scorso, ma la posizione più scomoda è quella del sindaco, e tutto si svolge nella stanza che è anche quella del famoso commissario Montalbano.

Il Sindaco assicura di essere tranquillo, poiché tutti in paese lo conoscono, lui stesso dichiara di avere la massima fiducia nelle autorità competenti. Fatalità, la stanza tanto amata della fiction, che riproduce fedelmente quella del sindao di Scicli, con il dipinto ottocentesco alle spalle, la scrivania rococò, un piccolo crocifisso appeso al muro, i calendari della polizia di Stato, diventa protagonista nella realtà di una storia che forse già la fiction aveva annunciato: segno che quella stanza era davvero ambigua.

Un parallelismo tra le indagini di Montalbano e le vicende della città in cui viene girata la fiction che mette in comune molte analogie, ma che non negano l’evidenza di una cittadina, un tempo definita addirittura “babba” dallo scrittore Leonardo Sciascia, che allora era senza mafia e senza boss, ed oggi è invece diventata una terra invasa dalle organizzazioni criminali che hanno fatto scempio della sua ingenuità. Questa è Scicli, immersa da sempre nella sua bellezza barocca, che sorge tra ulivi, carrubi e lunghe spiagge, e dove ancora oggi vive il pittore Piero Guccione, un altro grande artista della provincia siciliana.

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