Scandalo vitalizi: nuovo caso in Sicilia

Scoppia un nuovo scandalo in Sicilia, per un vitalizio d'oro: un deputato dell'Assemblea Regionale Siciliana partecipa a sole 5 sedute, e percepisce un vitalizio pari a 3500 euro al mese

Scandalo vitalizi: nuovo caso in Sicilia

Guadagna 3500 euro al mese, per aver partecipato a sole 5 sedute dell’Assemblea Regionale Siciliana: questo, in sintesi, è il nuovo scandalo che scuote Palazzo dei Normanni, e che sta facendo indignare buona parte della popolazione.

Il deputato in questione si chiama Salvatore Caltagirone, residente a Grotte, piccolo comune di cinquemila abitanti in provincia di Agrigento: un uomo molto conosciuto nel suo paese, la cui attività principale – secondo quanto riferito da alcuni suoi concittadini – prima di essere deputato all’Assemblea Regionale Siciliana, era quella di commerciante.

Ma, oltre al commercio, il deputato in questione sembra aver avuto un’altra passione: la cosa pubblica. Grazie al suo impegno in politica, viene eletto nelle file di Alleanza Nazionale all’ARS, ma sembra che – a Grotte – abbia fatto molto più scalpore il suo attuale vitalizio.

Il deputato tiene a precisare che la sua posizione è perfettamente regolare, poiché – nonostante abbia partecipato a sole cinque sedute di attività parlamentare – ha versato regolarmente l’intero monte di contributi necessari per ottenere il vitalizio: insomma, come se avesse espletato un mandato di cinque anni.

In realtà, l’onorevole Salvatore Caltagirone è stato in carica solo per cinquanta giorni per, poi, prendere un vitalizio che, al netto, è pari a circa duemila euro. Ciò nonostante, sembra che il deputato siciliano non sia, poi, così soddisfatto di quest’ammontare, visto che – ai microfoni del TG4 – ha affermato: “non è poi una gran cifra, considerando la vita di oggi”.

Certo è che non si possano attribuire all’onorevole Caltagirone tutti i mali della nostra società – disoccupazione, difficoltà per i giovani di trovare lavoro, povertà diffusa (tanto per dirne qualcuno) – anche perché “non è certo rinunciando ai suoi duemila miserabili euro al mese, che si possono aggiustare le cose in Italia“.

Sarà che non si possono aggiustare le cose, ma sembra che a pagare per alcune incomprensibili quanto scellerate decisioni dei politici – nazionali e locali – siano sempre gli stessi. Tra questi, i più tartassati sono propri i siciliani, che versano circa diciotto milioni di euro l’anno per i vitalizi dei propri parlamentari regionali (anche ai loro eredi).

Si, perché in Sicilia c’è una sorta di eredità del diritto del vitalizio, che si tramanda di padre in figlio, o figlia.

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