Russia pronta a rifornire Iran di missili Antey-2500. Si teme crisi nucleare

La Russia è in procinto di vendere l'innovativo sistema missilistico antiaereo Antey-2500 all'Iran. Sono a rischio ora gli accordi per lo smantellamento delle armi nucleari previsti entro fine Marzo

Russia pronta a rifornire Iran di missili Antey-2500. Si teme crisi nucleare

Le decisioni in materia di politica estera da parte della Russia continuano a far discutere il mondo. Dopo l’invasione dell’Ucraina e la minaccia di sospendere le forniture di gas a Kiev, con il pericolo di lasciare a secco l’intera Europa, arriva un’indiscrezione riguardo alle trattative ora in corso tra la Rostec e Teheran: in ballo c’è un’enorme fornitura di missili antiaerei, che rischia di avere un fortissimo impatto sulla discussione in merito alle armi nucleari, fissata per il mese prossimo.

Secondo le parole del CEO (Chief Executive Officer) della Rostec Sergei Chemezov riportate dall’agenzia di informazioni TASS, l’azienda statale russa, produttrice di innovativi armamenti high-tech,  sarebbe in procinto di rifornire l’Iran con i nuovi missili Antey-2500, capaci di intercettare sia missili balistici che velivoli. La notizia è un vero e proprio ordigno a tempo, che sembra destinato in un modo o nell’altro a scatenare una crisi internazionale. Tutto era iniziato nel 2007, quando la Russia si era impegnata a vendere a Teheran cinque sistemi antiaerei S300; accordo poi sospeso nel 2010, viste le pressioni che USA ed Israele hanno esercitato su Mosca per via del programma nucleare portato avanti dall’Iran.

Ma ora sembra che la Rostec voglia rimediare, e con gli interessi: al posto degli obsoleti S-300, sbarcherebbero infatti in Iran i moderni Antey-2500, molto più efficaci nel contrastare eventuali attacchi missilistici diretti alle strutture nucleari iraniane nel caso dello scoppio di un conflitto. Ciò permetterebbe all’Iran di rafforzare la propria posizione al tavolo delle trattative, diminuendo al contempo l’efficacia della pressione internazionale, con le grandi potenze occidentali che cercano da tempo di ottenere lo smantellamento delle armi nucleari di Teheran. Ma questo non è l’unico scenario plausibile.

Perché qualora le trattative dovessero fallire, USA ed Israele avrebbero comunque ricevuto un fortissimo segnale d’allarme riguardo alla riapertura dei canali per il traffico di armi tra Russia ed Iran, e si teme che i due Paesi potrebbero a quel punto essere sollecitati ad intervenire militarmente in maniera tempestiva, in modo da eradicare il rischio che una situazione del genere possa ripresentarsi. Si tratta insomma di una situazione particolarmente delicata, resa ancor più critica dalle parole del Primo Ministro israeliano Binyamin Netanyahu, che la prossima settimana chiederà al Congresso statunitense l’adozione di una linea ancor più dura nei confronti dell’Iran.

Nonostante il gran polverone, si mostra tuttavia serafico Sergei Chemezon, il quale ha affermato in merito all’accordo: “Dal momento che l’Iran è preoccupato, abbiamo offerto loro gli Antey-2500 al posto degli S-300. Stanno valutando, ma non è ancora stata presa una decisione ufficiale”. La TASS riporta un altro estratto del discorso del CEO della Rostec, secondo il quale: “Non lo nascondo, e chiunque è in grado di capirlo, più guerre ci sono, più la gente comprerà armi da noi. Il nostro volume d’affari continua a crescere, nonostante le sanzioni. Principalmente, i mercati più fertili sono l’America Latina ed il Medio Oriente”. Certo allo Chief Executive Officer della Rostec non manca la faccia tosta, ma probabilmente si tratta di un requisito necessario per portare avanti attività di questo genere.

Il passo successivo in merito ai difficilissimi accordi riguardanti le armi nucleari verrà mosso nel corso della prossima settimana, quando i diplomatici degli Stati Uniti e dell’Iran, ma anche della Gran Bretagna, della Francia, della Germania, della Russia e della Cina si incontreranno a Ginevra, per provare a gettare le basi del trattato prima della deadline stabilita per fine Marzo. I rappresentanti delle varie nazioni avranno da quel momento tempo fino a Giugno, per riuscire a trovare un’intesa totale riguardo ad un accordo che si prospetta essere tanto complesso, quanto storico.

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