Roma, tenta di avvelenare figlia di 3 anni con psicofarmaci nel latte

Una donna è stata arrestata con la pesante accusa di tentato omicidio della figlia di 3 anni, alla quale avrebbe somministrato degli psicofarmaci, mischiandoli al latte nel biberon.

Roma, tenta di avvelenare figlia di 3 anni con psicofarmaci nel latte

Ha fatto molto scalpore la storia di una donna di 29 anni, che avrebbe tentato di uccidere la figlia di appena tre anni, diluendo degli psicofarmaci nel latte contenuto nel biberon. Dopo il suo arresto, gli investigatori hanno scoperto che la donna aveva tentato di uccidere anche la figlia più piccola, di appena un anno.  

Non era – quindi – la prima volta che la donna, originaria di Napoli, aveva tentato di avvelenare le sue figlie, che miracolosamente sono riuscite a salvarsi. La più piccola delle due, di appena dodici mesi, era ricoverata in ospedale, ed era stata ritrovata in uno stato di torpore anomalo, tanto da far disporre – dai sanitari che l’avevano in cura – ulteriori e più approfondite analisi.

I risultati delle analisi effettuate non hanno lasciato alcun dubbio: infatti, alla piccola erano state somministrate dosi consistenti di psicofarmaci. Un risultato che spiazzò molte delle persone che, a vario titolo ed in varia misura, entrarono in contatto con la piccola, e sulle quali s’incominciò a sospettare.

La madre della piccola, anche in questo caso, tentò di gettare discredito sul personale medico ed infermieristico dell’ospedale, attribuendo la colpa ad un’infermiera, che invece è risultata totalmente estranea ai fatti. A pochi mesi di distanza dunque, dopo il fallito tentativo con la figlia più piccola, la madre ha tentato a mettere in atto il suo folle piano omicida a scapito della figlia più grande, di appena tre anni.

Per due volte, la piccola è stata ricoverata all’ospedale Bambino Gesù di Roma, a causa del mix di sostanze – psicofarmaci e calmanti –  che la donna le aveva somministrato e diluito nel latte e, a causa dei quali, la piccola ha avuto due attacchi cardiaci. È solo grazie al tempestivo intervento dei sanitari, che l’hanno presa in cura, che la piccola si è potuta salvare.

Ma perché una madre decide di togliere la vita alle proprie figlie? Questa è la domanda che si sono posti gli inquirenti, e non solo. La motivazione è agghiacciante: la donna voleva attirare l’attenzione su di sé e sul marito, con cui – neanche a dirlo – le cose non andavano bene.

Già negli scorsi mesi, ai due era stato notificato un provvedimento di sospensione genitoriale: dunque, anche per il marito, reo di non riuscire a gestire la moglie. Nessun contatto – quindi – con le figlie, che ora sono ospitate in una casa famiglia, mentre per la madre si sono aperte le porte del carcere di Pozzuoli.

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