Roma, arrestato terrorista pakistano: nel mirino il Vaticano

E' stato arrestato giovedì un membro della cellula di Al Qaeda operativa in Italia tra Roma e la Sardegna. I terroristi, attivi in patria e responsabili di numerose stragi in Pakistan, nel 2010 pianificarono di attaccare il Vaticano

Roma, arrestato terrorista pakistano: nel mirino il Vaticano

Pianificavano attacchi terroristici sul suolo italiano, ed erano arrivati persino a mettere nel mirino il Vaticano: è questo quanto emerge dalle indagini condotte in merito ad una cellula terroristica legata al gruppo di Al Qaeda, che operava tra Roma e la Sardegna. Gli agenti segreti italiani avevano già individuato i membri del gruppo terroristico, noto per aver preso parte ad un’operazione che avrebbe dovuto portare ad un clamoroso attacco in territorio vaticano.

Il piano però falli proprio grazie agli 007 che, tenendo sotto stretta sorveglianza i fanatici religiosi, avevano messo loro pressione convincendoli a desistere. I membri di quella stessa cellula infatti era consapevoli di essere braccati, e per questo avevano abbandonato i propri propositi, con la consapevolezza che non sarebbero mai riusciti a realizzarli.

Il gruppo però, di origini pakistane, era rimasto attivo sul suolo nazionale e non solo: stando a quanto rivela IlTempo, alcuni degli esponenti della cellula terroristica sarebbero implicati nell’attentato avvenuto a Peshawar nel 2009, durante il quale furono uccise più di 100 persone. Alcuni dei terroristi erano già stati fermati dalla Procura di Cagliari lo scorso Aprile, nell’ambito di un’indagine che ha visto collaborare le Digos di 7 differenti province italiane, coordinate dal Servizio Operativo Antiterrorismo, ed ha condotto all’arresto di 18 persone.

Giovedì scorso un altro dei terroristi che progettavano di “far saltare” il Vaticano è finito in manette. Si tratta del 36enne Siyar Khan, residente proprio a Roma e proveniente dal Qatar. L’uomo, arrestato a Fiumicino, è stato accusato di reati legati al terrorismo internazionale, nonché di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

E sarebbe proprio la tratta di esseri umani una delle attività più remunerative dei terroristi: Siyar Khan era infatti uno tra coloro che gestivano il traffico di immigrati provenienti dai Paesi africani, e grazie ai soldi guadagnati con lo sfruttamento dei clandestini finanziava poi la cellula terroristica.

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