Restaurati i tabernacoli di piazza del Carmine e di piazza Piattellina

I numerosi tabernacoli presenti a Firenze illustrano l'evolversi della fede e della cultura cittadina, in una sorta di museo all'aperto. I tabernacoli in piazza del Carmine e via Piattelina, finalmente, sono stati restaurati.

Restaurati i tabernacoli di piazza del Carmine e di piazza Piattellina

I tabernacoli rappresentano un patrimonio unico, spesso dimenticato, diffuso in tutte le città, e Firenze ne è particolarmente ricca. I tabernacoli sono minuti scrigni di storia locale, disposti qua e là sulle pietre, sui mattoni, sugli intonaci piallettati o graffiti. Stoicamente, cercano di resistere alle ingiurie del tempo, ed all’incuria degli uomini.

Sono modeste nicchie, graziose edicole a tempietto, e con un’immagine sacra d’autore illustrano il linguaggio mistico della fede. Finalmente, i tabernacoli in piazza del Carmine e in piazza Piattelina, nel quartiere di san Frediano, sono stati restaurati. Gli interventi promossi dal Comitato per il restauro e il decoro dei tabernacoli degli Amici del Musei Fiorentini sono stati realizzati grazie al contributo della Fondazione Friends of Florence.

Il tabernacolo di piazza Piattellina è un’edicola in pietra serena, contenente al suo interno un dipinto su tavola rappresentante la Madonna con Bambino e San Giovannino, mentre quello di piazza del Carmine, sottoposto ad un intervento di manutenzione conservativa, è una pittura murale ad affresco raffigurante la Madonna col Bambino, quattro Santi e donatori. Per il tabernacolo di piazza Piattellina, si è trattato di un restauro completo, per quello di piazza del Carmine, restaurato circa 25 anni fa, si è trattato di una manutenzione unita ad una indagine scientifica atta a verificarne il concreto stato di conservazione.

I tabernacoli a Firenze sono più di mille, cento quelli comunali, e costituiscono un vero e proprio museo diffuso nella città. Occorre solamente alzare lo sguardo, e in luoghi impensabili, come viuzze buie e poco trafficate, possiamo ammirare l’arte che ci osserva. Gli antichi romani collocavano lungo le strade tempietti con effigi sacre, protettrici della casa o dei viandanti, e l’usanza perseverò anche dopo l’affermazione del Cristianesimo.

A Firenze, a partire dal 1200, questa forma di architettura religiosa cominciò a proliferare per contrastare gli eretici patarini: i cattolici, sotto la guida di Pietro da Verona, combattevano l’eresia non solamente predicando, ma anche distribuendo immagini sacre agli angoli delle strade, sulle case, sulle botteghe, e sugli edifici pubblici. Le illustrazioni, all’inizio, erano mobili e raffiguravano quasi esclusivamente la Madonna, ma ben presto divennero stabili e, già agli inizi del 1300, ritraevano numerosi soggetti.

Dinnanzi ai tabernacoli si celebravano spesso funzioni religiose: terminate le preghiere, venivano accesi dei lumi che furono, per secoli, l’unica illuminazione notturna. Solo agli inizi del 1790, venne approvato da parte del Comune, il progetto per rischiarare le tenebre cittadine mediante l’installazione di 23 lampioni a olio.

Durante la terribile peste del 1348, per diminuire i rischi di contagio, su alcuni tabernacoli furono installati degli altari per celebrare la messa all’aperto. A partire dal Quattrocento, le arti cittadine, le confraternite delle chiese, i conventi, e i mercanti incominciarono a realizzare delle immagini sacre per tabernacoli, atte a testimoniare la loro devozione, ma anche la ricchezza e potenza conseguita.

Lungo le strade principali, che conducevano fuori città, furono costruiti tabernacoli con raffigurazioni della Madonna in trono, per proteggere e accompagnare i viaggiatori. Non tutti avevano i mezzi per commissionare a un grande artista un’opera per un tabernacolo: quindi, le botteghe dei della Robbia, di Donatello, e di altri maestri iniziarono a far uso di stampi per creare “in serie” immagini in terracotta o ceramica, alle quali dal Settecento si aggiunsero anche le stampe.

Nel periodo di Firenze Capitale, avvenne il cosiddetto risanamento: dal 1865 al 1895, il centro di Firenze subì drastici interventi, vennero distrutti palazzi, chiese, torri, e tabernacoli. L’antiquario Stefano Bardini salvò molti tabernacoli raccogliendoli nella collezione oggi visibile nel Museo Bardini. Un vero interesse per i tabernacoli si è risvegliato dopo la seconda guerra mondiale e, a partire dagli anni Cinquanta, i tabernacoli di Firenze sono stati studiati e restaurati.

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