Referendum costituzionale: Berlusconi e Renzi da Barbara D’Urso

Ad una settimana dal voto, ospiti di Barbara D'Urso su Canale 5 a Domenica Live, Silvio Berlusconi e Matteo Renzi. Ecco le ragioni della loro scelta di voto, con qualche frecciatina all'avversario

Referendum costituzionale: Berlusconi e Renzi da Barbara D’Urso

Quando manca una settimana al referendum costituzionale di domenica 4 dicembre, Barbara D’Urso ha ospitato a Domenica Live, separatamente, Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, per conoscere quali sono le loro intenzioni di voto e le loro aspettative dopo il referendum.

Il primo a sedersi nel salotto di Canale 5 è stato il padron di Mediaset, Silvio Berlusconi, che è tornato in campo per guidare la coalizione di centro destra nella campagna elettorale per il NO al referendum. Dopo aver subito un intervento chirurgico che l’ha tenuto lontano dalla scena politica, l’ex premier è tornato per senso di responsabilità verso gli oltre duecento milioni di voti ricevuti nel corso della sua carriera politica, al contrario del premier Renzi, che “non si è neppure presentato alle elezioni del Parlamento”.

Berlusconi ha invitato gli italiani ad andare a votare, nonostante non sia previsto il quorum per questo referendum, e ha giustificato il suo voto negativo alla riforma in quanto da lui ritenuta “inaccettabile, insostenibile, assurda e contro la democrazia”. Auspicando che vinca il NO, Berlusconi intende sedersi ad un tavolo con tutte le forze politiche per riformare l’attuale legge elettorale. Infine, un passaggio sulla cessione del Milan ai cinesi: “hanno difficoltà con le autorizzazioni governative, concederemo una proroga ma, in caso di mancato accordo, dovrò tornare ad occuparmene”.

A seguire, la D’Urso ha intervistato Matteo Renzi, che si è definito un “politico diverso dagli altri” a cui piace fare politica per cambiare il paese. Il premier ha sponsorizzato il SI al referendum, perché ritiene che l’attuale costituzione non funzioni.

Immancabile la stoccata a Berlusconi, con la mancata riforma elettorale negli ultimi dieci anni, e una velata minaccia di lasciare il suo incarico quando ha sostenuto che “se continuano i tavoli dei partiti, lo fanno senza di me”.

Infine, un pensiero al dopo referendum: Renzi vorrebbe che si riporti la calma nel clima politico, dopo una campagna referendaria piena di botta e risposta, con accuse reciproche che stanno spaccando il Paese.

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