Ragazza autistica rifiutata dai compagni: "Non la vogliamo". Scuola annulla la gita

Il rifiuto delle compagne di classe della 13enne autistica di Legnano a partire con lei ha scatenato un caso mediatico, coinvolgendo il Ministero dell'Istruzione. E la scuola ha cancellato la gita.

Ragazza autistica rifiutata dai compagni: "Non la vogliamo". Scuola annulla la gita

Continuano le polemiche riguardanti il caso della ragazzina autistica di 13 anni rifiutata dalle compagne di classe a causa delle sue condizioni, una vicenda diventata in pochi giorni virale sui social network, che ha finito con l’allertare – com’era lecito aspettarsi – persino gli ispettori del Ministero dell’Istruzione.

La vicenda si è svolta a Legnano, dove la ragazzina autistica va a scuola: l’istituto aveva organizzato una gita scolastica a Mauthausen (Austria), località sede dell’omonimo campo di concentramento nazista, ma ben presto era emerso un problema non di poco conto. Nessuna delle compagne di classe la voleva in camera.

Il clamore mediatico suscitato dalla comparsa della notizia sui social network ha sollevato un polverone di proporzioni incredibili, tant’è che ora, per cercare di limitare i danni, la scuola ha preso una decisione drastica: annullare la gita per tutta la classe.

La madre della ragazzina autistica, intervistata da numerosi quotidiani, ha confermato che domenica scorsa sua figlia ha pianto a dirotto, quando le è stato comunicato che il viaggio in Austria con le sue “amiche” era stato cancellato. Tuttavia la 13enne non conosce ancora il motivo di quel provvedimento; non sa che, in quella scuola, nessuno voleva averla vicino a causa del suo autismo.

Mia figlia non vedeva l’ora di fare questo viaggio con i compagni di classe – ha raccontato la madre – Non sa che non la volevano e che, proprio per il rifiuto, la partenza è stata congelata. Ignora che i ragazzini si scambiavano messaggi su Whatsapp per non averla in stanza“.

Raccapricciante è stata in particolare la reazione della scuola alla vicenda: l’istituto di Legnano si è infatti lamentato del clamore mediatico che “ingiustamente ci è piovuto addosso”, dimenticando probabilmente che senza l’intervento degli ispettori non si sarebbe indagato sulla questione, e sarebbe stato liquidato tutto come una ragazzata.

Ed è proprio questa la tesi dei genitori dei “bulli”, secondo i quali si tratta semplicemente di una bravata; secondo alcune indiscrezioni, alcuni di questi sarebbero addirittura pronti a fare causa alla famiglia della 13enne autistica per l’annullamento della gita, dopo avere tentato in ogni modo di insabbiare la questione.

Come se l’aver difeso sua figlia, da parte della madre che ha portato il caso davanti al Ministero dell’Istruzione, sia un reato tale da giustificarne la convocazione in tribunale in qualità di imputata.

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