Raffaele Cutolo afferma che se parla crolla il Parlamento

L'ex boss della Camorra accusa lo stato di essersi servito di lui e di essere stato dimenticato. Cutolo si definisce sepolto vivo, e afferma che i suoi segreti fanno tremare tutti, e sono capaci di far crollare il Parlamento

Raffaele Cutolo afferma che se parla crolla il Parlamento

Un’intervista a La Repubblica, davanti al sul legale, mostra la nuova posizione del boss Raffaele Cutolo, in carcere a Parma dove deve scontare tredici ergastoli. Il cosiddetto “Professore di Ottaviano”, un tempo boss che ordinava omicidi e che lo stato combatteva, ha molto da dire. Ecco alcune sue affermazioni: “Se parlo ballano le scrivanie di mezzo Parlamento. Molti di quelli che stanno adesso ce li hanno messi quelli di allora venivano a pregarmi”.

E aggiunge: “Per dignità non mi sono mai venduto ai magistrati. Se la sono legata al dito e hanno buttato la chiave“. Ecco come si sente Raffaele Cutolo, sepolto vivo, e le uniche persone che vedono il boss sono ormai la moglie, Immacolata Iacone, e l’avvocato avellinese Gaetano Aufiero, oltre alla figlia Denise. Loro sono le uniche persone autorizzate a vedere Cutolo, e lui stesso ha chiesto che non vuole vedere più altri parenti.

Cutolo dice di essere stato usato dallo stato per le loro malefatte e poi lo hanno tumulato vivo. Dice: “Sanno che se parlo cade lo Stato“. Sì, perché a quanto pare sono tanti i misteri e i segreti italiani di cui Cutolo è a conoscenza, e negli anni in cui l’uomo, già i carcere, era conteso da questo e da quello, il boss era capace di far muovere oltre 7mila affiliati pronti per combattere contro la Nuova Famiglia, che però fu ugualmente persa.

Cutolo parla anche dell’anno 1981, quando la Dc gli chiede di far liberare l’assessore regionale all’edilizia, il napoletano Ciro Cirillo, uomo di Antonio Gava, che all’epoca era stato sequestrato dalle Br. Allora il boss condusse una trattativa tra servizi segreti e brigatisti, trattativa confermata nel ’93 da un’ordinanza del giudice istruttore Carlo Alemi. Proprio su quella trattativa Cutolo non ha rivelato tutto, e aggiunge: “È stata la prima trattativa Stato-mafia. Forse anche la mia vera condanna”.

Nel carcere di Parma ci sono anche Riina, Bagarella, Massimo Carminati, Dell’Utri, ma Cutolo rimane invisibile, è come se non ci fosse, e il boss chiamato “pazzo intelligente” vede scorrere il tempo senza tregua. Il boss che è entrato nella storia per i suoi crimini ha uno sfogo incontrollato, ma nulla può cambiare la sua condizione.

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