Processo Corona, Belen: “Fabrizio usciva sempre con 10 mila euro cash”

Belen Rodriguez ha testimoniato oggi al processo del suo ex compagno Fabrizio Corona, rinviato a giudizio per reati fiscali, legati al ritrovamento di 2,6 milioni di euro nel contro soffitto di una sua collaboratrice.

Processo Corona, Belen: “Fabrizio usciva sempre con 10 mila euro cash”

Belen Rodriguez, la popolare showgirl argentina molto amata dagli italiani, è stata questa mattina nelle aule del Tribunale di Milano per testimoniare al processo del suo ex compagno, l’imprenditore e re dei paparazzi Fabrizio Corona, con cui ha avuto una relazione, tra alti e bassi, durata dal 2009 al 2012.

Una storia d’amore e di gossip, quella tra Fabrizio Corona e Belen Rodriguez, condivisa quasi quotidianamente con i giornali, che in quel periodo facevano a gara per avere un’immagine della coppia. Una coppia che macinava successo e denaro, che attirava invidie e gelosie, ma anche tanto interesse.

Belen Rodriguez, vestita con jeans e maglietta bianca piuttosto trasparente, tanto da lasciare intravedere il reggiseno sottostante, è apparsa piuttosto calma e sicura di sé, prima dell’entrata in aula. Ma chissà, forse l’emozione di ripensare a quel periodo, bello e dannato allo stesso tempo, l’ha resa piuttosto agitata e visibilmente emozionata durante la deposizione della sua testimonianza.

La modella argentina ha raccontata alla corte del fatto che Fabrizio Corona aveva una mania per i contanti, tanto da non uscire mai senza una busta con almeno dieci mila euro. Una cifra considerevole, ma equa se consideriamo il livello di vita in cui vivevano i due a quei tempi, fatto di cene ogni sera nei migliori e più dispendiosi ristoranti di lusso di Milano, nonché discoteche, alberghi, regali, e quanto si possa desiderare di bello e costoso.

L’attività di Fabrizio – ha aggiunto la modella attualmente impegnata con il programma di Simona Ventura, “Selfie” – lo faceva guadagnare moltissimo: c’erano buste con cinquanta e cento mila euro in giro per casa, soldi che poi, o lui o i suoi collaboratori, nascondevano per evitare che potessero essere sequestrati. Un timore che, stando quanto è successo in seguito, era giusto.

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