Processo Concordia, Schettino parla di due alternative, tuffarsi o morire

Va avanti il terzo giorno di interrogatorio a Grosseto per l'ex comandante. Schettino parla di poche alternative mentre stava guardando la nave affondare. Anche per questo e per allontanarsi a bordo della scialuppa ci è voluto coraggio

Processo Concordia, Schettino parla di due alternative, tuffarsi o morire

Procede il terzo giorno di interrogatorio per l’ex comandante Schettino, che ieri aveva quasi alzato la voce ma oggi invece ha anche abbassato il capo e si è anche commosso. La commozione è evidente quando il comandante ha ricordato il momento del ribaltamento della Concordia mentre si metteva in salvo a bordo di una scialuppa.  Ecco le sue parole: “Purtroppo ci furono persone rimaste incastrate tra i terrazzini. Sono momenti indimenticati. In quel momento tra morire, tuffarsi, cadere, sono andato sulla scialuppa”.

Schettino ha detto con molta chiarezza ma con molto dispiacere che erano poche le alternative in un momento come quello, e al suo racconto ha aggiunto: “L’alternativa, mentre la Concordia si ribaltava di fianco era morire o buttarsi fuori dall’ombra della nave che stava per abbattersi”. E prosegue ricordando che c’erano attimi di tensione e di panico e che anche gli ufficiali non riuscivano a camminare mentre la nave stava per ribaltarsi. Loro sono usciti in tempo prima che il disastro compisse la sua ultima manovra e cioè il rovesciamento della nave.

Durante il racconto di quel tragico naufragio Schettino si è interrotto diverse volte, abbassando la voce in alcune fasi del racconto, e anche abbassandro gli occhi in altri momenti. L’ex comandante non ha voluto in aula nè telecamere nè riprese, e l’interrogatorio dovrebbe oggi essere arrivato alla fine.

Ecco un’altro pezzo del racconto di Francesco schettino: “Servì avere coraggio a stare sotto la Costa Concordia che stava ribaltando, tranne le scialuppe e l’equipaggio della Concordia, nel mare del Giglio non ho visto altre scialuppe, imbarcazioni che fossero venute sotto la nave che stava abbattendo”. L’ex comandante ha aggiunto che subito dopo, visto che tutti erano andati via, chiamò la capitaneria di Porto S.Stefano per riferire l’incidente e avvisò anche che era necessario perlustrare la zona per verificare se c’era gente in mare. 

Schettino sembra rammaricarsi per essere stato nell’impossibilità di fare altro per impedire la tragedia, ma egli stesso afferma che non aveva intravisto altra soluzione, e gli era apparsa l’unica cosa più sensata da fare mentre la nave stava affondando. Oggi l’interrogatorio arriverà ad un epilogo. Adesso si attenderanno gli sviluppi dell’inchiesta.

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