Preso il presunto serial killer di Firenze: è un idraulico di 55 anni

Arrestato nella sua casa nei pressi di Careggi il presunto assassino della donna trovata morta e crocifissa alla periferia di Firenze. Si tratta di un idraulico di 55 anni e si sospetta che sia anche autore di violenze simili avvenute in passato

Preso il presunto serial killer di Firenze: è un idraulico di 55 anni

Si chiama Riccardo Viti ed è un idraulico di 55 anni, il presunto omicida di Cristina Zamfir, la donna uccisa alla periferia di Firenze e trovata crocifissa.

Secondo le indagini effettuate dai Carabinieri, l’uomo sarebbe responsabile di altre violenze simili avvenute negli anni scorsi ed in particolare ci sarebbe un’altra donna in grado di riconoscerlo e che avrebbe raccontato di aver subito due anni fa un tentativo di aggressione simile a quello che ha portato alla morte della Zamfir.

L’uomo è stato arrestato nella sua casa nei pressi di Careggi, dove si pensa che lavori la sua attuale compagna. L’uomo non è sposato e i Carabinieri hanno perquisito accuratamente la sua casa. In attesa dei riscontri sulle tracce biologiche trovate dal nucleo del RaCIS sul luogo dell’omicidio e sui luoghi in cui sono avvenuti simili episodi in passato, l’uomo è stato lungamente interrogato e, secondo alcune indiscrezioni, avrebbe già fatto alcune ammissioni.

Nei giorni scorsi una psicologa dei Carabinieri aveva sentito le cinque prostitute che avevano raccontato di aver subito violenze simili ed aveva tracciato un profilo dell’assassino come quello di un uomo italiano di 50-60 anni, basso, tarchiato, alto circa un metro e settanta e con volto ovale. Profilo che corrisponde a quello del sospetto fermato.

Dalle forze dell’ordine emerge la soddisfazione per la rapida soluzione del caso. Il Questore di Firenze, Raffaele Micillo, ha espresso il suo apprezzamento alle forze dell’ordine “perché la squadra mobile ed i carabinieri sono riusciti a catturare la bestia”. Era stato lo stesso Micillo, nella giornata di ieri, a definire l’assassino “una bestia”, anche se, aveva aggiunto, era dispiaciuto per averlo paragonato ad un animale. “L’uomo arrestato”, ha poi aggiunto, “è sicuramente responsabile del gesto e, probabilmente, degli altri fatti simili riscontrati precedentemente”.

La soluzione di questo caso è un chiaro esempio di come questo tipo di delitti debbano essere risolti nel più breve tempo possibile ed usando tutti i mezzi tecnici ed umani a disposizione, perché in molti casi il raffreddamento delle tracce e degli indizi, ha portato all’arenarsi delle indagini e al fallimento dell’obiettivo di catturare il colpevole. In questo caso i complimenti vanno a chi ha reso tempestivo il riscontro delle testimonianze e la raccolta delle prove, cosa che ha portato ad una rapida soluzione del caso e alla cattura del presunto assassino prima che le vittime si moltiplicassero.

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