Pasquale Barra, luogotenente di Cutolo, muore in carcere

L'uomo uccise Turatello e ne profanò il cadavere, e durante i suoi interrogatori accusò ingiustamente Tortora. Barra fu seguace di Cutolo, e commise anche diversi delitti in carcere. Muore a 72 anni

Pasquale Barra, luogotenente di Cutolo, muore in carcere

E’ morto Pasquale Barra detto ‘o animale, il boss camorrista che colpì a morte Francis Turatello con 40 coltellate e poi ne profanò il cadavere. L’uomo scelse poi di collaborare con la giustizia e tra le sue accuse infangò anche Enzo Tortora. Barra era detenuto nel  carcere di Ferrara, aveva 72 anni e stava scontando la condanna all’ergastolo. La sua morte chiude definitivamente una pagina nera della storia criminale italiana, contrassegnata dagli assassini di Barra commessi sotto ordine della Nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo.

Barra si è sentito male venerdì, mentre era nella sua cella: l’uomo aveva problemi cardiaci ed era già stato sottoposto a diverse all’interno del carcere. Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del sindacato Sappeha detto: “L’intervento degli agenti della polizia penitenziaria è stato immediato ed è stato subito chiamato il medico del carcere e attivato il 118, ma i soccorsi sono stati inutili”.

Barra fu autore, durante la sua lunga carriera malavitosa, di decine di delitti, alcuni dei quali commessi in carcere, e presto divenne noto ai media con il soprannome di”‘o animale”. Tra gli altri, Barra fu autore del delitto di Turatello, assassinato il 17 agosto del 1981, e fece scempio del suo cadavere. La sua collaborazione con la giustizia cominciò nel 1983, e dopo vari interrogatori fece anche il nome di Tortora, ma si rifiutò di deporre al processo e le accuse si rivelarono poi infondate.

Durante un confronto con Raffaele Cutolo, avvenuto il 28 giugno del 1984, il boss aveva cercato di provocare l’uomo che aveva introdotto nella mafia e aveva detto: “Chiedete se è vero che Barra prendeva le pillole”, e Barra replicò: “Non è assolutamente vero, lo potete accertare attraverso il medico del carcere”.

Tra i due collaboratori uno scambio di battute che non fecero altro che confermare che Barra era stato un camorrista, un seguace di Cutolo ma determinato a farsi spazio nella cosca senza guardare nessuno in faccia, senza scrupoli o pentimenti. Con la sua morte è finita davvero un’era che ha visto enormi spargimenti di sangue e delitti inconcepibili, e tinto l’Italia di una maschera di crudeltà che piano piano è venuta meno grazie ai numerosi arresti e alla detenzione in carcere di persone come Barra e Cutolo.

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