Parla una delle vittime di Talluto, che ha contagiato 35 donne con HIV

Una delle 35 vittime di Valentino Talluto, l'untore di Roma di Hiv, ha deciso di raccontare la sua storia, come ha saputo che l'uomo l'aveva contagiata volutamente.

Parla una delle vittime di Talluto, che ha contagiato 35 donne con HIV

Una delle 35 vittime di Valentino Talluto, l’untore di Roma di Hiv, ha deciso di raccontare la sua allucinante storia: Manuela (nome di fantasia) inizia ricordando l’apertura idilliaca della storia quando la sorprendeva con un regalo, con un’improvvisata al lavoro, le aveva fatto conoscere gli amici, gli zii, la faceva sentire importante, vi era condivisione, attrazione, sintonia. Si erano conosciuti in chat, Manuela aveva avuto un lutto importante in famiglia, si sentiva fragile, sola: “Ci sono voluti mesi per capire che c’erano altre donne. E anni per comprendere che era un’umiliazione per me“.

Il computer rivelatore le pose dinnanzi l’evidenza dei fatti, chattava in modo forte, spinto, con numerose donne, ma Valentino si giustificava dicendo che non passava ai fatti con le conoscenze on line, era solo un divertimento. Talluto incominciò a trattarla in malo modo, insultandola pesantemente, bestemmiando, irritandosi per niente: un giorno le rivelò l’orrore, senza tanti giri di parole le disse che era sieropositivo: Manuela ripensò ai rapporti sessuali che avevano avuto, non intendeva usare il preservativo.

La donna si sottopose al test immediatamente, risultò negativo, il periodo finestra, la sieroconversione era in corso. Il secondo test effettuato consegnò la verità sospettata, Manuela era sieropositiva.

Manuela racconta cosa significa convivere con l’HIV come sia cambiata: “Ci pensi quando mancano pochi giorni alla fine del mese e sai che devi ripresentarti allo Spallanzani. Ci pensi quando sono trascorsi i sei mesi che servono per ripetere l’analisi del sistema immunitario. Ci pensi perché sai che al massimo, se ti va bene, l’hai addormentato. Ma sarà sempre in circolo nel tuo sangue. E che se prendi una malattia importante quello può fare da catalizzatore“.

Logicamente il rapporto con gli altri non è sempre rosa e fiori, qualcuno le offre il caffè nel bicchiere di plastica, con un tenue sorriso a corollario. Nel 2012 Valentino entrò di nuovo a far parte della sua vita, incredibilmente Manuela aveva creduto alle sue parole, alle solite frasi standard di cambiamento, si lasciò convincere, ripresero anche ad avere rapporti, ma sentiva che non poteva essere come prima.

Un pomeriggio avvenne la svolta capace di spezzare definitivamente le catene di quel legame insalubre: un giorno, mentre stava cucinando un risotto con la salsiccia, una ragazza le si accostò chiedendole di Valentino, era un’altra contagiata. La ragazza adesso è divenuta una sua grande amica e insieme cercano di supportarsi.

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