Papa Francesco visita l’università Roma Tre

Papa Francesco visita l'università Roma Tre. Tocca i temi del dialogo e del tempo da dare per un dialogo sereno e responsabile, della disoccupazione, dell'identità cristiana in Europa

Papa Francesco visita l’università Roma Tre

Arrivato con la sua Ford Focus all‘università Roma Tre, subito Papa Francesco è stato accolto da una folla entusiasta. In molti hanno cominciato a chiedere di posare per una foto o un selfie.

Il Papa si ferma per due ore all’ateneo. “Santità, preghiamo per lei“, qualcuno ha gridato e, in risposta, Papa Bergoglio: “Sì, pregate per me“. Il Papa, prima di entrare, si è intrattenuto all’esterno per salutare le persone presenti, ha stretto mani, e dispensato benedizioni: a nessuno ha negato un selfie.

Ai docenti, agli studenti, e al personale della università RomaTre, il Santo Padre ha detto: “Bisogna abbassare un po’ il tono e bisogna parlare meno e ascoltare di più“, riferendosi alla “violenza verbale” presente nei singoli, e nella comunità anche a livello mondiale.

Tema in cui ritorna spesso, ultimamente. Questa violenza sta facendo “perdere il senso della costruzione sociale, della convivenza sociale, che si fa prima di tutto con l’ascolto e il dialogo“. La comunicazione è importante, ma deve lasciare il tempo di dare risposte libere, siano esse sì o no. Per spiegarsi, ha citato il termine “rapidazione”, parola “inventata dagli olandesi 40 0 50 anni fa” e che, ha confidato il Papa, gli piaceva tanto, perché voleva significare una proiezione dinamica del tempo, che corre il rischio di non dare spazio alla riflessione.

Il Papa, con amarezza, ha toccato tema e cifre della disoccupazione giovanile in Europa, ha anche riportato il pensiero di alcuni, ossia che non sono pubblicate le vere statistiche sui suicidi.

Non dobbiamo temere di perdere l’identità cristiana in Europa, basta considerare le tante invasioni che ha avuto l’Europa lungo i secoli. L’Europa si è formata da un insieme di invasioni e migrazioni, come ben si legge nei libri di storia. Le migrazioni – allora – sono un percorso, più ancora una sfida per poter crescere.

Ha ricordato – poi – il Mare Nostrum, ormai divenuto un cimitero.

Continua a leggere su Fidelity News