Papa Francesco: per il 2017 la rivoluzione pacifica della nonviolenza

1 gennaio 2017: 50esima Giornata della pace. Papa Francesco invita i Grandi al disarmo e a bandire le armi nucleari; poi invita tutti a cancellare ogni forma di violenza in famiglia, in politica, e nella religione

Papa Francesco: per il 2017 la rivoluzione pacifica della nonviolenza

Possiamo definire il 2017 l’anno della nonviolenza, grazie a Papa Francesco che – nel consueto Messaggio per la Giornata mondiale della pace – propone la non violenza ai Grandi che scrivono la storia, e alle Famiglie che prime ne sentono la necessità nei loro rapporti. Nel Messaggio scrive: “Essere veri discepoli di Gesù oggi significa aderire anche alla sua proposta di nonviolenza”. Già il Papa emerito, Benedetto XVI, aveva indicato “il Vangelo dell’amate i vostri nemici” come “magna charta della nonviolenza cristiana”, chiaro invito a non arrendersi al male, ma a interagire rispondendo al male con il bene, unico modo per spezzare la catena dell’ingiustizia.

La non violenza – dice Papa Francesco – per noi cristiani non è una tattica comportamentale, ma uno stile di vita, un modo di essere della persona che crede nell’amore di Dio, e nella sua potenza. In forza di questa fiducia in Dio, che mostra la strada dell’amore come unica strada d’incontro, il cristiano affronta il male solo con le armi dell’amore e della verità. “L’amore del nemico – ricorda il Santo Padre – costituisce il nucleo della rivoluzione cristiana”.

Papa Bergoglio ricorda le scelte di Gesù, nei momenti in cui la violenza sembrava essere la strada migliore e veloce per dimostrare la propria religiosità. Fu messo di fronte all’adultera che stava per essere lapidata e, con un semplice gesto e un piccolo esame di coscienza (“Chi è senza peccato scagli la prima pietra”), la salvò. Il Giovedì Santo, prima di morire, mentre Pietro cercava di difenderlo, con calma lo invitò a rimettere la spada nel fodero. Gesù mostrò all’uomo la via della non violenza, una via che Lui stesso ha percorso fino alla croce e, proprio attraverso la croce, ha ridato al mondo la pace, e ha distrutto l’inimicizia.

Accogliere la Buona Notizia di Gesù, porta a smascherare la violenza che ciascuno, figlio di Adamo, porta in sé e, nel riconoscerla, si lascia toccare dalla misericordia di Dio, diventando strumento di riconciliazione e di pace. Il Papa, a proposito, ricorda l’esortazione del Santo d’Assisi, Francesco: “La pace che annunziate con la bocca, abbiatela ancor più copiosa nei vostri cuori”.

Rivolgendosi ai governi di tutto il mondo, Papa Francesco lancia un appello “in favore del disarmo, nonché della proibizione e dell’abolizione delle armi nucleari”. L’uomo desidera la fraternità, la coesistenza pacifica tra le persone e tra i popoli e, per questo, ha necessità di muoversi in una logica di responsabilità, di rispetto, e di dialogo sincero. Ciò non può coesistere con “la deterrenza nucleare, e la minaccia della distruzione reciproca assicurata” afferma il Papa.

Dal cuore degli uomini deve scaturire la non violenza, e il primo luogo in cui questo atteggiamento deve manifestarsi è all’interno della famiglia: “Con uguale urgenza supplico che si arrestino la violenza domestica e gli abusi su donne e bambini”. Già nell’Esortazione apostolica “Amoris laetitia”, Bergoglio aveva ricordato l’importanza che, all’interno della famiglia, ci sia un clima di gioia nell’amore, che si propagherà – poi – nel mondo, e in tutta la società.

La nonviolenza come stile di una politica di pace” è quanto propone Papa Francesco per il 2017, affinché sia un anno di pace. D’altra parte, si domanda Papa Francesco: “La violenza permette di raggiungere obiettivi di valore duraturo? Tutto quello che ottiene non è forse di scatenare rappresaglie e spirali di conflitti letali che recano benefici solo a pochi signori della guerra?”. In conseguenza di ciò, il Santo Padre invita a lasciarsi guidare tutti dalla carità e dalla nonviolenza in ogni rapporto interpersonale, sociale e internazionale.

Papa Bergoglio tocca anche il tema della vendetta, invitando a “resistere alla tentazione”, e ricorda poi che “le vittime della violenza possono essere i protagonisti più credibili di processi nonviolenti di costruzione della pace”.

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