Sta facendo il giro del web la foto di Papa Francesco che benedice un bambino tramite una foto sullo smartphone di un parente ma, per quanto la satira possa essere pesante, e spesso priva di buon gusto, la maggior parte dell’opinione pubblica non ci vede nulla di male.
Abbiamo visto che Papa Francesco non si tira indietro dal portare i senzatetto al circo, oppure dall’abbracciare un conoscente tra la folla o di far visita alla Sinagoga di Roma; perchè mai avrebbe dovuto tirarsi indietro da una cosa così?
Negli ultimi tempi abbiamo visto come la tecnologia sia entrata prepotentemente anche nelle sale del Vaticano, con i tweet del Pontefice e le preghiere tradotte in moltissime lingue proprio grazie e tramite Twitter; perchè allora dovrebbe sembrare strano benedire una foto da uno smarthphone al posto di una foto – o un bambino – reale? L’importante è che ci sia stata la benedizione, il mezzo è indifferente; almeno, così la pensa la moltitudine di fedeli che ogni giorno affolla la piazza della Basilica di San Petro per vedere il Papa, quando questi è a Roma.
Dopo essersi concesso ai selfie con i fedeli, adesso pare che abbia accettato in pieno la tecnologia dei nostri giorni; è questa la cosa che dovrebbe, invece, fare scalpore: negli ambienti austeri – e quanto mai all’antica – della chiesa, accettare la tecnologia è forse uno dei più grandi traguardi degli ultimi tempi.
Sia il papa che tutta la chiesa cattolica hanno ormai capito l’importanza di internet, degli smartphone e della comnunicazione tramite i social network; infatti sono sempre di più le pagine Facebook che parlano del papa e, già da qualche tempo, è possibile assistire alla messa in diretta tramite webcam piazzate nelle chiese, in modo da permettere anche ai fedeli che sono in condizioni di non potersi muovere di poter fruire della Santa Messa.
Papa Francesco sembra quindi essere destinato a portare la Chiesa e tutto il corpo clericale ad un nuovo livello di consapevolezza e di tecnologia, permettendo così sempre a più persone di essere libere di vivere la propria fede come meglio credono.