Papa Francesco: ancora un appello contro la tratta e l’abuso sui bambini

Ancora una volta Papa Francesco invita i governi a prendere posizione e ad agire affinché venga rimarginata la piaga che umilia nella dignità i fratelli più piccoli - bambini e adolescenti - rendendoli, in modi diversi, schiavi

Papa Francesco: ancora un appello contro la tratta e l’abuso sui bambini

Alla fine del discorso sulla speranza – lo specifico di oggi: La speranza fonte del conforto reciproco e della pace (1Ts 5,12-22) – tema che, di mercoledì in mercoledì, Papa Francesco sta sviluppando, il Santo Padre ha lanciato alcuni appelli.

Nella Giornata di preghiera e riflessione contro la tratta di persone, Papa Bergoglio ha ricordato che quest’anno è dedicata in modo particolare a bambini e adolescenti ed ha aggiunto: “Incoraggio quanti in vari modi aiutano i minori schiavizzati e abusati a liberarsi da tale oppressione. Auspico che quanti hanno responsabilità di governo combattano con decisione questa piaga, dando voce ai nostri fratelli più piccoli, umiliati nella loro dignità”.

Ha ribadito, inoltre, come in molte altre occasioni, che è necessario che i governi mettano in atto tutti gli sforzi possibili per eliminare questo crimine tanto vergognoso quanto intollerabile.

Nella festa liturgica di santa Giuseppina Bakita, la suora sudanese appartenente alla Congregazione delle Figlie della Carità, Papa Francesco ha ricordato che Bakita da ragazza è stata schiavizzata in Africa, sfruttata ed umiliata, ma non ha mai perso la speranza e, portando avanti la fede in Gesù, arrivò in Europa come migrante; poi si fece suora e divenne santa. Ricordandola, il Papa ha voluto invocare il suo aiuto in favore dei migranti, dei rifugiati, degli sfruttati.

Il Santo Padre ha manifestato il desiderio di pregare insieme ai presenti all’Udienza generale del mercoledì per i fratelli e le sorelle rohingya, un gruppo etnico musulmano che è stato cacciato dalla sua terra, Myanmar (la Birmania) e costretto a vagare da una parte all’altra perché nessuno li vuole. “I fratelli e le sorelle rohingya sono buoni – ha affermato il Papa – non sono cristiani, è gente che vive in pace, eppure da anni soffre, è torturata, è sfruttata, viene uccisa e solo perché fedele al proprio credo musulmano”.

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