Palermo, ucciso capo mafia mentre andava in giro in bici

Ucciso a Palermo il capo mafia Giuseppe Dainotti di 67 anni - scarcerato tre anni fa - mentre girava per le strade del capoluogo siciliano con la sua bicicletta.

Palermo, ucciso capo mafia mentre andava in giro in bici

Alla vigilia della commemorazione della strage di Capaci avvenuta il 23 maggio del 1992 – dove morirono oltre al giudice Giovanni Falcone anche la moglie Francesca Morvillo e tre agenti di scorta – è stato ucciso a Palermo il boss mafioso Giuseppe Dainotti, mentre percorreva le strade cittadine con la sua bicicletta.

A sorprendere l’uomo nelle vie dello storico quartiere della Zisa, sarebbero stati due uomini a bordo di una motocicletta, che lo avrebbero accostato e freddato con dei colpi di pistola. Sul posto sono arrivati gli uomini della Squadra mobile di Palermo, oltre che il giudice della Direzione Distrettuale Antimafia, Anna Maria Picozzi.

Il boss era stato scarcerato nel 2014, con molte critiche e contestazioni, per un’accusa di mafia. Fu ritenuto colpevole dell’omicidio del capitano dei Carabinieri, Emanuele Basile, e di due uomini dell’Arma che lo accompagnavano, Bommarito e Morici.

Sebbene fosse al boss mafioso gli fu dato l’ergastolo, nel 2000 i suoi legali presentarono ricorso alla Consulta appellandosi alla riforma del rito abbreviato della legge Carotti; con grande sorpresa di tutti le richieste dei legali furono accettate e Dainotti vide ridursi la pena da ergastolo a trent’anni di carcere.

Il clan di Porta Nuova aveva inserito il nome del malavitoso in una sorta di lista nera di persone indesiderate e da eliminare. Per evitare la faida – gli ordini di uccidere erano già partiti – intervenì la Polizia, arrestando così in quell’operazione otto persone. Ma la mafia sembra non aver dimenticato Dainotti. Una morte che scuote la cittadinanza, che si appresta a commemorare la figura del giudice Giovanni Falcone, che pagò con la vita la sua lotta contro la mafia.

Continua a leggere su Fidelity News