Padova, giudice toglie la potestà ad una madre: figlio troppo effeminato

Ha dell'incredibile quanto successo stamattina a Padova, dove una madre si è vista togliere la potestà genitoriale, in quanto il proprio figlio è stato dichiarato troppo effeminato. Lo stesso sarà trasferito in una comunità lontana da casa.

Padova, giudice toglie la potestà ad una madre: figlio troppo effeminato

Mentre su Canale 5 va in onda Uomini e Donne con protagonisti anche Claudio e Mario, neo coppia omossessuale uscita dal programma di Maria De Filippi, a Padova succede un fatto che fa pensare a quanto l’Italia sia ancora troglodita, in riferimento a questo argomento. Questa mattina, una madre si è vista togliere la potestà genitoriale, in quanto il proprio figlio di 13 anni è stato considerato troppo effeminato, e bisognoso – dunque – di un percorso di revisione che riesca a portarlo allo sviluppo della propria persona umana. 

Di mezzo, ovviamente, i servizi sociali che hanno ritenuto che gli atteggiamenti effemminati del ragazzo, e le conseguenti crisi di identità sessuale, siano dovuti alla mancanza di figure di riferimento maschili, in quanto circondato solamente dalla madre e dalle sorelle. I genitori sono infatti separati e, soprattutto in passato, la madre ha denunciato il padre per abusi sessuali. Nonostante il processo si sia concluso con l’assoluzione per insufficienza di prove, lo stesso ragazzo non vuole più vedere il padre, ed ha ottenuto un provvedimento di allontanamento. 

Sicuramente, un’infanzia non delle migliori per il giovane che, dalle 7 alle 19, frequenta una comunità diurna, luogo in cui i responsabili della medesima hanno sollevato le problematiche riguardanti la probabile omosessualità del ragazzo. Dalla comunità ai servizi sociali, dai servizi sociali al tribunale dei minori, in un attimo i due genitori sono stati convocati in un’udienza nel corso della quale gli è stata tolta la responsabilità genitoriale. 

Ad essere coinvolta più di tutti è, però, la madre che si è vista puntare il dito contro per svariate cose: uno degli esempi riportati durante l’udienza è stato il giorno in cui aveva lasciato che il proprio figlio andasse a scuola con gli occhi truccati, lo smalto sulle unghie, e i brillantini in viso. La stessa ha precisato che quanto accaduto è successo ad Halloween, quando il figlio era in terza elementare, ed ha sottolineato anche che, nel caso in cui il proprio figlio fosse gay, non ci vedrebbe nulla di male

Il problema principale sembra, comunque, essere il ragazzo, che fatica a relazionarsi con gli adulti, eccetto che con la madre. Ha un atteggiamento arrogante e provocatorio, ed ostenta la propria omosessualità: da qui, probabilmente, la decisione di allontanare il ragazzo dalla madre, e di farlo inserire in una comunità lontana da casa. La preoccupazione della madre e del proprio avvocato, ora, è una sola: e se il figlio arriva in questa nuova comunità, con la nomea di essere omosessuale? Cosa potrà succedere? Ogni giorno si sente di ragazzi che si suicidano, perché non sono accettati dal resto del mondo e, così facendo, di certo non si aiuta un ragazzo che ha disturbi riguardanti la propria identità sessuale.

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