Nola, scandalo ospedale: pazienti curati a terra

È scandalo all'ospedale di Nola, provincia di Napoli, dopo la pubblicazione su Facebook di alcuni video e fotografie, che ritraggono pazienti curati a terra, perché non ci sono posti letto né sufficienti barelle.

Nola, scandalo ospedale: pazienti curati a terra

È scandalo all’ospedale di Nola in Campania, dopo la pubblicazione sul noto social network di condivisione Facebook delle scioccanti immagini che ritraggono pazienti adagiati e curati a terra, perché mancavano letti e barelle.

Sono scene da terzo mondo quelle che sono state divulgate nei giorni scorsi sui social, e che rappresentano una delle tante realtà in cui versano diversi ospedali italiani, specialmente al centro-sud. Situazioni conosciute bene da chi ci lavora e dai malcapitati che, per necessità, devono entrare in strutture ospedaliere che privano il paziente di qualsiasi dignità.

Come sempre più spesso accade in questi ultimi tempi, il miglior strumento di denuncia è il web. Ecco che il familiare di un paziente costretto a terra ha deciso di armarsi di smartphone, e di registrare tutto quello che gli stava accadendo intorno. Scene che riportavano più a degli ospedali da campo di guerra, che non a dei normali presidi ospedalieri.

Le scandalose immagini che stanno facendo il giro del web, e non solo, ritraggono infatti pazienti adagiati sulle delle coperte per terra, con attaccate delle flebo e, come sottofondo, si sentono perfino i pianti disperati di alcuni familiari che, pur di aver assicurate le cure per i propri cari, altro non possono che sopportare queste offese alla morale e alla dignità umana.

Altro che tribunale del malato e diritti dei malati, certe realtà sanitarie superano ogni limite, e l’ospedale di Nola ne è un esempio lampante. Situazioni di emergenza continue, rappresentate da sempre dai medici e dai sanitari presenti, costretti a prestare soccorso e cure in condizioni disumane, e altamente rischiose.

Medici e paramedici lavorano senza sosta dodici ore al giorno e, pur essendo sotto organico, sono riusciti a curare 1200 accessi. Numeri significativi, crescenti, a cui non corrisponde però un numero adeguato di letti e barelle, strumenti indispensabili per assicurare un’adeguata degenza al paziente.

Ma a mancare non sono solo le barelle, ma anche l’acqua, che non permette dunque neanche di poter effettuare le operazioni di rito, mentre si garantiscono solo quelle urgentissime, grazie alle poche gocce di acqua che fuoriescono dai rubinetti. Insomma, una situazione al limite del collasso.

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