Niente medico di famiglia per gli italiani: nel 2023 una persona su tre rimarrà senza

I medici di famiglia sono in estinzione: secondo uno studio, entro 7 anni 20 milioni di italiani rimarranno sprovvisti di questa figura, praticamente un cittadino su tre. Il motivo sta nel mancato ricambio generazionale.

Niente medico di famiglia per gli italiani: nel 2023 una persona su tre rimarrà senza

Il medico di famiglia è una delle figure più iconiche d’Italia per quel che concerne il focolare domestico, e rappresenta un po’ l’ancora di salvezza materiale da contrapporsi all’altrettanto classica figura del parroco, deputato – stessa direzione, ma verso diametralmente opposto – alla salvezza della cosiddetta anima.

Ma ben presto potrebbe diventare un’occupazione da museo secondo uno studio proposto in occasione del congresso nazionale della FIMMG (Federazione Italiana Medici di Famiglia) e condotto da ENPAM (Ente Previdenziale dei Camici Bianchi). Stando ai dati raccolti infatti, entro 7 anni un italiano su tre rimarrà senza medico di famiglia.

La colpa sarebbe da ricercarsi nei numeri troppo chiusi a disposizione delle nuove leve desiderose di aprire uno studio privato di medicina generale: la cosiddetta “casta dei medici” e l’eccessiva burocratizzazione prevengono le infiltrazioni offrendo una resistenza passiva che, sebbene possa fare l’interesse di alcuni singoli, sta letteralmente soffocando l’intera categoria.

Importante anche il dato riguardante i “vecchi” medici di famiglia che decidono di dismettere il camice, prevalentemente proprio a causa di un impianto burocratico con il quale non riescono più a confrontarsi. Sta di fatto che le stime parlano chiaro: se la situazione non subirà una netta inversione di tendenza, entro il 2023 circa 20 milioni di italiani non potranno più contare su un medico di base.

Tra sette anni da oggi saranno infatti andati in quiescenza 21.700 medici di famiglia (con l’età media di pensionamento che si è abbassata da 70 a 67 anni), ma mancando il ricambio fisiologico di giovani professionisti, quei posti sono oggi destinati a rimanere perlopiù vacanti. Tuttavia una soluzione c’è, come spiegato dal presidente ENPAM Alberto Olivetti:

Bisogna aumentare i posti nelle scuole post-laurea di medicina generale, altrimenti sul territorio rimarranno solo i pazienti“. Tuttavia i problemi non sono solamente dovuti alla burocrazia, bensì anche alle retribuzioni denuncia il vicesegretario nazionale FIMMG Silvestro Scotti: “I giovani che scelgono la specialistica, come chirurgia od ortopedia, possono contare su una retribuzione mensile di 1.700 euro“.

I borsisti che aspirano a diventare medici di famiglia – ha continuato Scottia malapena raggiungono gli 800 euro“. Troppo pochi posti nelle scuole, troppa burocrazia ed ostruzionismo dall’alto e stipendi troppo bassi: un trittico di problematiche che, qualora non risolte, entro pochi anni potrebbero portare la figura del medico di famiglia all’estinzione.

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