Nefertiti, una spedizione torinese per scoprire la tomba

Il Politecnico di Torino si recherà per la terza volta in Egitto, nella Valle dei Re, per verificare la tesi di Nicholas Reeves secondo cui la tomba della regina Nefertiti si trova dietro la parete nord della tomba di Tutankhamon.

Nefertiti, una spedizione torinese per scoprire la tomba

L’egittologo inglese Nicholas Reeves nel 2015 ha scoperto nella tomba di Tutankhamon, tramite scansioni ad alta risoluzione, tracce di accessi finora inesplorati: uno è collocato su un’ampia parete divisoria, ed entrambi paiono perfettamente intatti da secoli. La parete nord della tomba KV62, quella di Tutankhamon, pare celare l’entrata di una sepoltura regale, quella di Nefertiti.

Un pool di scienziati del Politecnico di Torino verrà inviato, per la terza volta, nella Valle dei Re in Egitto per verificare tale intuizione. Nefertiti, vissuta – presumibilmente – fra il 1370 ed il 1330 a.C, è stata identificata come la madre di Tutankhamon: seguendo la suggestiva supposizione, la regina sposata con Akhenaton, il faraone che rese monoteista per un lasso di tempo l’Egitto, sarebbe sepolta accanto al figlio.

La morte improvvisa di Tutankhamon, conosciuto anche con l’epiteto di faraone bambino, avrebbe impedito l’edificazione di una tomba esclusiva: per questo le sue spoglie sarebbero state adagiate in un’anticamera della tomba della madre Nefertiti.

Il progetto del Politecnico, che cofinanzia la missione, vede come promotori il Dipartimento di Scienza applicata e Tecnologia  diretto da Paolo Fino insieme a  Luigi Sambuelli del Dipartimento di Ingegneria dell’ambiente. E’ sostenuto dall’Università di Torino e dalla Fondazione Novara Sviluppo.

Dal punto di vista tecnologico la spedizione torinese, si avvarrà di una mappatura geo-fisica della zona (la precedente risale agli anni 80) per sondare quella parte nord che probabilmente cela le spoglie della regina  Nefertiti. Strumentazioni elettriche e onde elettromagnetiche permettono analisi non invasive, raggiungendo 10 metri sotto terra. La mappatura produrrà dati sulla composizione geologica e segnalerà la presenza di materiali ferrosi e resti archeologici nella necropoli, oltre a rilievi 3D e dati georeferenziati.

Le leggende sulla vita semi sconosciuta dell’affascinante e misteriosa sovrana che tentò di convertire l’Egitto al monoteismo del dio Aton, il disco solare, si rincorrono da tempo. Le analisi hanno dato risultati contraddittori e incompleti. La prima eseguita nel 2015 dallo specialista giapponese di radar Hirokatsu Watanabe, evidenziò la presenza di stanze oltre il muro. L’anno seguente esperti del National Geographic decretarono l’opposto. La spedizione potrà stralciare definitivamente l’ipotesi dell’egittologo inglese o avvalorarla.

Franco Porcelli, docente di Fisica al Politecnico, che ha lavorato come addetto scientifico all’ambasciata italiana del Cairo dal 2007 al 2015 ha definito decisamente audace tale supposizione.

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