Napoli, bambini impiegati per confezionare e vendere droga

Bambini di dieci anni sfruttati dalla malavita locale per confezionare e vendere droga tra i vicoli della città partenopea. Sono state arrestate 45 persone, tra queste quindici donne.

Napoli, bambini impiegati per confezionare e vendere droga

Ragazzini dai dieci ai quindici anni utilizzati dalla Camorra per confezionare e vendere dosi di sostanze stupefacenti, questa è la triste realtà che si vive nel capoluogo campano, registrata dalle telecamere nascoste dalle forze dell’ordine.

Gli “scugnizzi” fanno parte di bande criminali che serpeggiano lungo le strade cittadine con i loro scooter; a volte sparano per dimostrare la loro “potenza”, quel desiderio di onnipotenza con cui vogliono e pretendono il rispetto, di chi molto spesso per necessità e paura, è costretto a dimostrare e dare.

Immagini che colpiscono, oltre che per la cruenza, anche per il fatto che a fare questi atti illeciti e così duri sono proprio dei ragazzini, che dovrebbero vivere tutta un’altra esistenza, che al posto delle armi dovrebbero avere in mano penne, quaderni e libri. Ma una delle realtà di Napoli è quella emersa nel corso di un’inchiesta iniziata nel 2015 e che ieri ha portato all’arresto di ben 45 persone, tra cui – altro dato sconcertante – quindici donne, tutti affiliati al clan degli Elia, che controlla una delle zone storiche di Napoli.

I reati commessi vanno dall’associazione a delinquere di stampo mafioso al traffico di droga, ricettazione, estorsione e tanto altro. A questi si aggiungono anche le intimidazioni effettuate dagli uomini dei clan facendo esplodere delle armi da fuoco e con il preciso intento di affermare la supremazia del loro clan sul territorio.

Ma gli “scugnizzi” non venivano impiegati solo per sparare nelle strade del quartiere, ma anche – e soprattutto – per confezionare le dosi di sostanze stupefacenti, così come per la loro successiva vendita. Utilizzare i bambini per queste attività sembra essere ormai una prassi – sconcertante – ma consolidata negli ambienti malavitosi perchè, proprio a causa della loro giovane età, i bambini non sono perseguibili penalmente e danno sicuramente meno nell’occhio.

Grazie alle indagini è stato scoperto l’intero organigramma del clan e le loro relative attività; adesso si spera che l’avvio dei bambini alla criminalità possa diminuire.

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