Morta schiacciata da un albero, al processo per omicidio parla anche De Magistris

Non sarebbe stata una casualità a causare la morte di Cristina Alongi, schiacciata da un albero in quel di Napoli nel 2013. Ad affermarlo è stato il sindaco De Magistris nel corso del processo per omicidio.

Morta schiacciata da un albero, al processo per omicidio parla anche De Magistris

Cristina Alongi morì schiacciata da un albero nel 2013, ma il suo caso continua a far discutere, a tal punto che persino il sindaco di Napoli Luigi De Magistris è stato chiamato in aula a testimoniare, nell’ambito del processo per omicidio colposo che vede imputati Marino Reccia, Cinzia Piccioni e Tiziano Fucci.

All’epoca dei fatti la Piccioni ricopriva la carica di funzionario agronomo del Comune di Napoli, Reccia quella di agente della polizia municipale e Fucci di vigile del fuoco. I tre sarebbero implicati nella morte della Alongi, che avrebbero causato per via della propria negligenza secondo l’accusa.

Nello specifico, De Magistris ha testimoniato dinanzi alla presenza del giudice Nicola Miraglia che: “E’ chiaro che la tragedia non può essere ascritta a mera casualità. Il mio indirizzo politico e amministrativo è sempre stato di intervenire, in caso di situazioni di potenziale pericolo, anche in caso di assenza di fondi“.

Con queste parole il sindaco di Napoli ha dunque supportato l’ipotesi secondo cui la morte di Cristina, schiacciata da un pino mentre era alla guida della sua Panda lungo via Aniello Falcone, non sia stata un evento al di là delle umane capacità di prevenzione, bensì una tragedia che poteva – e doveva – essere evitata.

Durante il processo il fratello di Cristina Alongi ha espresso al sindaco la volontà di adottare l’aiuola di via Aniello Falcone che ospitava quell’albero “responsabile” della morte della sorella. Ma al pino si può imputare ben poco, se non il fatto di essere caduto nel posto sbagliato al momento sbagliato; per quanto riguarda i tre imputati invece, le accuse sono decisamente più pesanti.

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