Morbillo, morta una bimba di 9 anni a Roma

Il caso della bimba di 9 anni morta all'Ospedale Bambin Gesù di Roma - per complicazioni causate dalla contrazione del morbillo - è accaduto lo scorso aprile, ma solo oggi è stata rivelata la notizia.

Morbillo, morta una bimba di 9 anni a Roma

Una bambina di 9 anni, affetta da cromosomopatia, è deceduta lo scorso aprile presso l’Ospedale Bambino Gesù di Roma, a causa delle complicazioni del morbillo, contratto per non aver effettuato le vaccinazioni previste. I genitori della piccola decisero di non fare vaccinare la figlia a causa della sua situazione di salute così precaria e già ampiamente compromessa.

La situazione di salute della piccola era si complessa e molto fragile, ma – come sostenuto acnhe dal professor Alberto Villani dell’ospedale pediatrico di Roma – se non avesse contratto il morbillo, probabilmente non sarebbe morta. Sono state, infatti, le complicazioni della malattia ad innescare un’insufficienza respiratoria severa.
Nonostante i medici abbiano tentato di tutto per salvare la piccola di 9 anni, purtroppo non è stato possibile salvarla.

Questo caso apre una finestra sulle mancate vaccinazioni da parte di bambini che presentano patologie complesse, tali da generare nei genitori dei piccoli preoccupazione e non sicurezza nei riguardi delle vaccinazioni. Infatti, proprio perché più fragili, questi bambini presentano un rischio di 4 o 5 volte maggiore di contrarre la malattia, rispetto ad un bambino normale.

Sono molto rari i casi di immunodeficienza per i quali è sconsigliato vaccinare i bambini, tra questi casi ci sono i bambini oncologici, affetti da morbo di Crohn, ma anche trapiantati, affetti da patologie reumatiche. Negli altri casi, dunque, sempre sotto la stretta osservazione medica, i bambini possono essere vaccinati, aumentando così le loro barriere protettive rispetto a particolari malattie, che – come la cronaca di questi giorni ci ha raccontato – possono essere letali.

La notizia del caso della bimba di Roma segue di poco quello avvenuto recentemente in Sardegna, dove un bambino di 10 anni in vacanza con la famiglia, a causa delle ferite riportate ad un ginocchio per una banale caduta dalla bicicletta, ha contratto il tetano. Anche in questo caso non solo il piccolo non fu mai vaccianto in tenera età, ma in ospedale i genitori rifiutarono pure la terapia antitetanica cautelativa. Il piccolo non è in pericolo di vita, ma presenta dopo molte settimane tutti i sintomi della malattia.

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