Minacce alla sede Lega Nord: perché dare questa importanza a Salvini?

Minacce alla sede leghista di Torino: "Lega Nord=Fascismo"; trovati anche manichini raffiguranti Salvini, Renzi e Fassino. Le indagini si sono focalizzate su un gruppo di anarchici torinesi

Minacce alla sede Lega Nord: perché dare questa importanza a Salvini?

Mussolini è entrato nell’immaginario collettivo di gran parte del mondo occidentale come despota, tiranno e dittatore. Ed ogni qualvolta un esponente del mondo politico presenti una qualche analogia con quella che fu la sua figura storica, ecco che da decenni di distanza, da una qualche recondita regione della Storia, oscura ed ancora sanguinolenta…ci raggiunge un’eco anacronistica e forzata: “Fascista! Come Mussolini!”. E’ quanto accaduto stamattina presso la sede di Lega Nord di Torino: sull’edificio sono stati trovati slogan, scritti con bombolette spray, che recitavano: “Lega=Fascismo; A Piazzale Loreto c’è ancora posto”. Non bastasse ciò, è apparso anche un fantoccio di cartone con una fotografia di Matteo Salvini, controverso leader del Carroccio. L’accaduto è stato attribuito ad un movimento di anarchici torinesi già conosciuto alle forze della Digos.

Lo stesso Salvini ha risposto così su Twitter alle minacce: “Soliti violenti di Sinistra contro Lega a Torino. Poi magari vanno in piazza per difendere la democrazia”. Sono stati inoltre trovati altri due fantocci analoghi non distanti dalla sede leghista, sui quali erano invece state applicate fotografie di Matteo Renzi e Piero Fassino, sindaco della città. A scendere in campo per difendere il Segretario di Lega Nord è arrivato Roberto Cota, presidente della Regione, che ha commentato così l’accaduto tramite Facebook: “Vergogna! Ancora un’intimidazione dei soliti antagonisti o similari. Presa di mira la nostra sede di Torino. E’ gente che parla senza sapere di che cosa parla”.

“Molto spesso si tratta di figli di papà-ha continuato Cota, nel suo intervento sul social network-che non hanno mai lavorato in vita loro. Comunque siamo stufi di vivere in una città dove questa gente continua a fare quello che vuole. Andiamo avanti più determinati che mai!”. In realtà, e probabilmente suo malgrado, Roberto Cota non ha poi così torto. Paragonare Salvini a quello che è stato forse il più importante (storicamente parlando) dittatore italico della storia recente, nel bene (quel poco) così come nel male (molto di più), non può che essere un complimento assolutamente demeritato per l’attuale leader di Lega Nord, la cui valenza politica è assimilabile pressappoco a quella d’un comparsante professionista, habitué delle svilenti trasmissioni di Mediaset in onda la domenica pomeriggio.

Salvini è petulante, spesso inopportuno, demagogicamente populista come pochi altri nella scena politica italiana attuale (il che è già tutto un dire), ma attribuirgli il peso specifico di Mussolini, sarebbe come dare del tumore ad un mal di denti. Salvini, epigono di Silvio Berlusconi sotto alcuni aspetti, ha compreso che lo scenario mediatico è l’unico strumento con il quale poter arrivare al popolo italiano. Ed il leader di Lega Nord lo usa e ne abusa indiscriminatamente, per fomentare gli animi con le sue sperticate filippiche, che propongono soluzioni poco ragionate a problematiche valutate ancora peggio. E proprio per questa ragione, riesce ad attecchire piuttosto bene nelle pigre menti degli italiani, desiderosi d’ingurgitare un pastone quanto più semplificato possibile, purché vi sia di mezzo un qualche caprio espiatorio esterno.

Questo, a conti fatti, è lo spessore politico di Salvini. Per questo, Mussolini lasciamolo stare, che sta bene esattamente dove sta.

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