Milano: finisce in galera tradito dal pappagallo del complice

È stato arrestato dalla polizia un 34enne a capo di una banda che rapinava i pusher operanti nella zona di San Siro. Per inchiodarlo, gli inquirenti si sono basati anche sui versi del pappagallo di un complice che gli aveva dato ospitalità.

Milano: finisce in galera tradito dal pappagallo del complice

Agivano rapinando i pusher che operavano nella zona di San Siro a Milano. Per depredarli del denaro e della loro merce, una banda di criminali fingeva di far parte di una squadra dell’antiterrorismo di cui riproduceva pettorine, distintivi, e armi di ordinanza.

La squadra mobile era arrivata a loro a seguito della denuncia sporta da una famiglia di nordafricani a cui i finti poliziotti avevano sottratto un cellulare. Si era così venuto ad apprendere che la banda aveva rapinato anche i vicini di casa dei nordafricani. In un’occasione, erano anche arrivati a puntare la pistola alla tempia della figlia di un pusher.

Lo scorso 22 maggio, l’attività investigativa aveva così permesso di eseguire sette ordinanze di custodia cautelare in carcere. La squadra mobile aveva di fatto bloccato l’attività illecita dell’intera associazione malavitosa: all’appello mancava, però, ancora Gian Marco Formisano, capo indiscusso della banda. Ma la sua libertà è durata davvero molto poco.

Dopo un solo giorno, gli agenti lo hanno – infatti – bloccato in un appartamento di via Mandorli, a Rozzano, nel milanese. Il boss aveva trovato ospitalità a casa di un pregiudicato di 42 anni, a sua volta agli arresti domiciliari per violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Per rintracciarlo, le forze dell’ordine hanno seguito due tracce. In primo luogo, hanno pedinato la madre che andava regolarmente a trovarlo per portargli le sigarette. In secondo luogo, nel covo era presente anche un pappagallo, lo stesso udito durante un’intercettazione della squadra mobile.

Quando il complice ha aperto la porta ai poliziotti intervenuti per arrestare il capobanda a cui aveva offerto riparo, il 42enne è andato letteralmente in escandescenza. Sperava, in questo modo, di coprire la fuga del complice che, senza scarpe, tentava di raggiungere il balcone di una’anziana vicina di casa. La polizia lo ha però bloccato, indagando per favoreggiamento il complice già agli arresti domiciliari.

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