Milano: apre la Cittadella degli Archivi. In digitale 36 km di carte

In via Gregorovius è stato presentato al pubblico uno dei più grandi archivi d’Europa. Al suo interno sono custoditi i documenti dell’Amministrazione del Comune di Milano, 36 km di documenti che verranno ora digitalizzati.

Milano: apre la Cittadella degli Archivi. In digitale 36 km di carte

Più di 150 mila faldoni contenenti qualcosa come un milione e mezzo di documenti storici. A tanto ammonta l’immenso patrimonio custodito presso la Cittadella degli Archivi di Milano, uno dei più grandi nel suo genere a livello europeo.

Nella sede di via Ferdinando Gregorovius sono custodite una mole di documenti la cui lunghezza raggiunge i 36 chilometri di carta, ma la struttura potrebbe arrivare ad ospitarne fino a 70.

All’intero della Cittadella sono presenti i documenti più importanti della storia della città. Il 76% riguarda atti di urbanistica, ma si può trovare il contratto di acquisto della Pietà di Rondanini di Michelangelo, l’annuncio dei funerali di Giuseppe Verdi, l’esecutivo originale del grattacielo Pirelli, così come i registri mortuari del Magistrato di Sanità risalenti al 1638, anno della famosa epidemia di peste manzoniana.

Presso la Cittadella degli Archivi confluiranno i documenti di tutte le sedi civiche dislocate nella città. L’intenzione sarebbe quella di creare un unico grande centro di archiviazione dei documenti in vista della loro futura digitalizzazione.

La Cittadella nasce nel 2012, ma è stata aperta al pubblico solo da un anno; la presentazione ufficiale è però avvenuta solo nei giorni scorsi. L’assessore alla digitalizzazione Roberta Cocco ha così avuto modo di far presente che la struttura “racchiude al suo interno la storia della nostra città. Ogni documento sarà digitalizzato per essere preservato dall’inevitabile deterioramento della carta e reso più facilmente consultabile da tutti”. L’intenzione sarebbe quella di arrivare a poter disporre di un vero e proprio “tempio digitale, prezioso custode della nostra identità di milanesi e al tempo stesso cuore pulsante del processo di dematerializzazione che l’amministrazione sta portando avanti”.

A gestire l’immensa mole di documenti è preposto un archivista molto speciale, Eustorgio. Con questo nome si identifica un robot di ultima generazione, dotato di intelligenza artificiale. Tra le sue funzioni spicca la capacità di poter estrarre in maniera automatica i faldoni presenti nelle otto corsie d’acciao in cui sono riposti i documenti. Grazie al suo contributo, la Cittadella di Milano può vantarsi di essere uno degli archivi meglio meccanizzati d’Europa.

Una prima parte dei documenti è già stata digitalizzata da un gruppo di 12 studenti del liceo artistico Brera. La loro attività rientra all’interno del programma di alternanza scuola-lavoro. L’archivio di Stato ha loro fornito i primi documenti, tra cui un registro del braccio tedesco del carcere milanese di San Vittore degli anni 1944-1945. All’interno della struttura venivano rinchiusi ebrei e prigionieri politici: tra i detenuti spuntano anche nomi altisonanti come quelli di Mike Bongiorno e Indro Montanelli.

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