Maxitruffa ai Padri Camilliani, sequestrati beni di Oliverio

Sequestrati beni per 1,6 milioni di euro a Oliverio, accusato della maxitruffa ai Padri Camilliani. Secondo il gip, è questa la somma che il faccendiere ha sottratto all'ordine religioso

Maxitruffa ai Padri Camilliani, sequestrati beni di Oliverio

Al faccendiere romano Paolo Oliverio sono stati sequestrati beni per 1,6 milioni di euro. Il faccendiere è finito in manette nel 2013 con l’accusa di aver operato una maxitruffa nei confronti dei Padri Camilliani, con l’aggravante di sequestro di persona, organizzato per assicurare l’elezione a capo dell’ordine religioso di Padre Renato Salvatore, anche lui arrestato.

I beni sequestrati a Oliverio, all’epoca dei fatti, secondo il giudice erano frutto del denaro sottratto all’Ordine dei Ministri degli Infermi Religiosi Camilliani; denaro reinvestito in immobili di pregio che rendevano altri quattrini. Si parla di una somma ingente di denaro, circa dieci milioni di euro, somma che manca nei bilanci dell’Ordine. Oliverio ha dichiarato che tutto ciò è falso, e che la somma venuta in suo possesso era di tre milioni di euro, sottratti indebitamente all’Ospedale di Santa Maria della Pietà di Casoria. Il faccendiere ha ammesso di avere utilizzato metà della somma per acquistare beni immobili di prestigio. Le indagini hanno portato alla scoperta di rimborsi effettuati dal Servizio Sanitario Nazionale, che si occupava di versare il denaro su conti correnti opportunamente aperti per poi devolverlo ad alcune società intestate a Oliverio. La truffa è stata sventata grazie ad un controllo effettuato durante le entrate e le uscite del denaro, e le fiamme gialle hanno provveduto a risalire agli immobili, poi sequestrati. Gli immobili risultavano intestati a società con teste di legno, ma appartenevano in realtà tutte al faccendiere.

Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, dalla Procura e dal Gico di Roma, hanno portato ad emettere due ordinanze di custodia cautelare nei confronti di Oliverio. Tra le società utilizzate per coprire l’acquisto degli immobili è stata rilevata la presenza della figlia di Lorenzo Borgogni, ex direttore centrale delle relazioni esterne di Finmeccanica, a cui è stato notificato un provvedimento durante un’inchiesta eseguita dalla procura di Napoli. E’ stato scoperto anche un contratto preliminare tra Oliverio e Carolina Lucarini, moglie di Ernesto Diotallevi, ritenuto uno dei capi principali della banda della Magliana. Il contratto riguarda l’acquisto di un locale commerciale in via Vittoria, a Roma, sequestrato insieme ad altri immobili appartenenti a Diotallevi.

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