Incredibile risarcimento chiesto a Reynolds American, il colosso delle sigarette americano produttore delle sigarette Camel: 23 miliardi di dollari, chiesti nel verdetto di una giuria della Florida, che ha dato ragione a Cynthia Robinson, vedova di un fumatore morto nel 1996 per un cancro ai polmoni. A questi si aggiungono altri 16,8 milioni di dollari di danni, stabiliti dalla giuria per compensare la perdita della donna.
Il processo è durato quattro settimane. Certamente ora il colosso del tabacco presenterà appello dichiarando la decisione eccessiva e non conforme alle leggi statali e federali. Il caso è uno fra centinaia presentati in Florida dopo che la corte Suprema nel 2006 respinse un verdetto da 145 miliardi di dollari intentato contro la Reynolds e che ha dato la possibilità ai singoli di procedere legalmente contro l’azienda. Così nel 2008 anche la Robinson ha deciso di far causa alla Reynolds, e di far valere i suoi diritti.
Il legale della donna, Christopher Chestnut, ha dichiarato: “La giuria ha voluto inviare un messaggio all’industria del tabacco: non può continuare a mentire agli americani e al governo americano sulla dipendenza e sui chimici mortali che usa nelle sigarette“; mentre il vice presidente di Reynolds, Jeffery Raborn continua dicendo: “Il verdetto va al di lĂ della ragionevolezza: presenteremo ricorso e abbiamo fiducia che la corte seguirĂ la legge e non consentirĂ questo verdetto”.Â
La Reynolds American ha dato notizia nei giorni scorsi di aver acquisito la rivale Lorillard, firmando un intervento che vede l’impiego di 23,4 miliardi di dollari e che porta la compagnia a diventare il secondo colosso degli Stati Uniti, in grado di competere con Atria, marchio il numero uno sul mercato, che ad oggi produce Marlboro. Quest’ultimo rappresenta quasi il 50% delle vendite di sigarette negli Stati Uniti, mentre Reynolds controlla il 25% del mercato; una buona percentuale visto che è un quarto del totale. La richiesta del verdetto sembra proprio esagerata, e sicuramente non sarà concessa a una donna per ripagarla della perdita del marito. La Corte potrebbe invece concedere l’attribuzione di una somma più equa, che risarcisca la donna del danno subito.