Maurantonio morto in gita a Milano: fu un incidente

Archiviata l'indagine sulla morte di Domenico Maurantonio, avvenuta a maggio 2015, mentre si trovava in albergo con la classe per la visita alla Expo 2015: è stato un incidente.

Maurantonio morto in gita a Milano: fu un incidente

La morte del 19enne, studente del liceo Ippolito Nievo a Padova, è stata causata da una caduta accidentale. Domenico Maurantonio si trovava in gita scolastica per visitare l’Expo 2015, era il 10 maggio 2015 e, avvicinatosi al balcone, forse per un malore, si è sporto un po’ troppo precipitando dal quinto piano dell’hotel “Da Vinci”, dove la classe alloggiava. È stato trovato di buon mattino riverso a terra.

A decidere che si è trattato di un incidente, è stato il gip Paolo Guidi, che ha archiviato l’inchiesta come omicidio colposo a carico di ignoti, su richiesta dei pm Alberto Nobili e Giancarla Serafini.

Archiviata dunque l’ipotesi che il giovane non fosse solo, o come aveva affermato un compagno di classe di Domenico, che fossero presenti alcune persone strane in hotel: “C’erano donne che erano vestite come prostitute, uomini che barcollavano e che sicuramente erano ubriachi; inoltre, nel corridoio dell’hotel c’era un uomo misterioso, molto probabilmente uno slavo: non escludo che possa essere coinvolto nella morte di Domenico Maurantonio“. 

Il legale dei genitori del ragazzo sperava che si potesse indagare ancora: secondo il legale, sarebbero servite ulteriori ricerche, in particolare su sei dei compagni di classe del giovane, ma il giudice per le indagini preliminari ha ritenuto di chiudere il caso, perché tutto portava a pensare che il giovane fosse stato solo al momento della caduta.

In conclusione, la causa della morte del ragazzo fu un tragico e grave incidente. Il giudice, sostanzialmente, ha accolto quanto è stato ricostruito dalla Procura, secondo la quale lo studente è precipitato per una caduta accidentale, provocata da un malore. A questo punto, è esclusa ogni responsabilità dei ragazzi, che erano in stanza con lui.

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