Mamma incinta assunta, parte l’accusa: un’operazione di marketing

Alcuni ex dipendenti dell'azienda, protagonista dell'assunzione della donna al nono mese di gravidanza, accusano che questo gesto, da molti considerato encomiabile, altro non sia che un modo per attirare consensi. Puntuale la replica dell'azienda.

Mamma incinta assunta, parte l’accusa: un’operazione di marketing

La notizia di pochi giorni fa, di una mamma 36enne al nono mese di gravidanza, assunta da un’azienda veneziana, ha fatto il giro del mondo. Tutti hanno apprezzato questo gesto encomiabile, soprattutto in questi tempi dove lo stato interessante di una donna è motivo di licenziamento, non certo di assunzione.

Ma, a pochi giorni dalla notizia, ecco sollevarsi un polverone mediatico. Alcuni ex-dipendenti della sopraccitata azienda si sono schierati contro questo gesto, ritenendolo solo un mezzo per ottenere visibilità, ed eventuali profitti, e definendo il tutto come “un’operazione di marketing”.

L’assunzione di Martina Camuffo, che ha firmato un contratto con la “Creative Way” di Mestre nonostante il suo pancione, è senza dubbio un fatto positivo, e il datore di lavoro Samuel Schiavon, l’imprenditore che ha assunto la ragazza, ha motivato il gesto con queste parole: “Ricordo cosa hanno fatto a mia moglie, licenziata mentre era incinta. E ho scelto di investire su Martina, perché è brava, e perché la maternità non può essere una condanna. È una cosa normale“.

Di parere contrario, invece, sarebbe Martina Cognolato, almeno secondo lo sfogo pubblicato sul suo profilo Facebook, e diventato virale quanto la notizia che lo ha generato: … Nessuno si è informato sul perché tra il 2014 e il 2016 se ne siano andati TUTTI i dipendenti, presi letteralmente in giro da un titolare intento a fare bella figura sui social network postando foto della propria auto sportiva, di orologi costosi e di viaggi in America e trascurando a livello professionale ed economico i propri dipendenti (…) anche i miei colleghi avevano lo stesso diritto di avere la stabilità e la sicurezza che un lavoro può offrire. (…) È questa l’azienda-tipo da promuovere, da lodare? È gravissimo che nessun giornalista abbia fatto un minimo di ricerca sul passato dell’azienda prima di diffondere una notizia del genere (…)”.

La replica dell’azienda (“accuse false“) non si è fatta attendere: “È assolutamente tutto falso, facciamo parlare i fatti: la notizia è che noi assumiamo una ragazza incinta, e che ci impegniamo a valorizzare le persone in cui crediamo. Con gli ex dipendenti abbiamo risolto tutti i pendenti. Chi dice il contrario, lo fa per avere 5 minuti di notorietà (…). Come Martina Cognolato che, tra l’altro, aveva fretta di andare via, lasciandoci con poco preavviso (…)”.

Continua a leggere su Fidelity News