“Lele” Ramin, una vita per gli ultimi in Brasile

Si è conclusa la rogatoria diocesana, a Padova, della causa di beatificazione del missionario comboniano ucciso nel 1985. Assassinato perché difendeva i contadini e cercava la pace. “Vi perdono” fu l’ultima parola ai sicari.

“Lele” Ramin, una vita per gli ultimi in Brasile

Mentre in Brasile padre Ramin già è venerato e considerato martire della fede, a Padova si sta concludendo il percorso per il riconoscimento ufficiale del martirio subìto per la fede. Ora la decisione spetta alla Congregazione delle cause dei santi.

Padre Ezechiele Ramin, chiamato più comunemente Lele, è già stato riconosciuto “servo di Dio”. Il comboniano padovano è stato ucciso il 24 luglio 1985 mentre rientrava da una missione pacificatrice nella fazenda Catuva (Mato Grosso), era stato invitato da mogli e madri dei contadini a a cercare di convincerli di non armarsi contro i latifondisti. In risposta Lele ricevette cinquanta colpi da sette sicari. Ai sicari disse: “Vi perdono”. La sua missione di pace non era dettata da un impulso missionario giovanile, ma era il segno di una Chiesa già presente accanto ai poveri.

Da un anno è stata aperta l’indagine per riconoscerne il martirio, per la prima volta sono stati analizzati gli atti del processo sull’uccisione del missionario, e allo stesso tempo è stata fatta chiarezza sulle motivazioni che sostenevano l’impegno di padre Ramin a fianco dei contadini. Il ‘martirio’ del giovane missionario è avvenuto a causa della difficile situazione segnata da violenza e sfruttamento che viveva la gente di quelle terre.

Tra i testimoni un contadino afferma che se padre Lele non fosse andato quel giorno a portare la pace, li avrebbero uccisi tutti ed ora la Chiesa porterebbe il peso dell’accusa di omissione. Padre Arnaldo Baritussio, postulatore generale afferma che il missionario non era stato imprudente: “Ezechiele ha seguito una mozione del Signore. La sua immolazione è stata una conseguenza naturale della sua consacrazione e della sua lettura profonda del Vangelo, del suo amore fedele a Cristo, alla Chiesa e ai fratelli più ingiustamente trattati. Padre Ezechiele aveva posto il bene altrui al di sopra del suo proprio bene”.

A Padova si è chiusa il 25 marzo la rogatoria diocesana, pochi giorni dopo la chiusura dell’indagine nella diocesi di Ji-Paraná in Brasile avvenuta il 4 marzo. Tutto il materiale raccolto verrà consegnato alla Congregazione delle cause dei santi.

L’impegno di Ezechiele Ramin, afferma il postulatore Baritussio, è attuale e sicuramente in linea con la visione di Chiesa di papa Francesco.

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