La verità su Jihadi John: ecco chi è il boia dell’Isis

E' stata svelata la vera identità di Jihadi John, il boia dell'Isis: ha 27 anni, viene da Londra ed è laureato in informatica. In passato aveva già tentato di unirsi ai fondamentalisti islamici, ed era stato identificato dall'FBI nel Gennaio del 2014

La verità su Jihadi John: ecco chi è il boia dell’Isis

Ventisette anni, londinese, laureato in informatica. Questo sarebbe il profilo di Jihadi John, all’anagrafe Mohamed Emwazi, che l’emittente britannica BBC ha diffuso citando fonti interne nientemeno che a Scotland Yard. Emwazi, nativo del Kuwait e poi emigrato in Inghilterra, è salito alla ribalta delle cronache dopo essere apparso come boia nel tristemente famoso video della decapitazione del giornalista americano James Foley. E ciò che ha lasciato sotto shock l’intero mondo occidentale, era proprio quel suo caratteristico accento british, che lasciava presagire la presenza di un cittadino europeo sotto quell’anonimo passamontagna nero. Un fenomeno, quello degli jihadisti occidentali, che sarebbe poi proliferato fino ad occupare le prime pagine dei quotidiani internazionali, i quali non hanno mancato di attribuire ai “fanatici di casa nostra” il soprannome di rito: foreign fighters. Combattenti stranieri.

La vera identità di Jihadi John, confermata peraltro dalle fonti provenienti dagli Stati Uniti, era però già nota agli agenti dell’FBI, che avevano annunciato di essere risaliti al vero nome del boia dell’Isis ancora nel Gennaio del 2014. Lo stesso Presidente del Regno Unito David Cameron ha espresso ora la sua preoccupazione per il proseguimento delle indagini, ora adesso la notizia è trapelata ed è stata ufficialmente confermata.

La vita di Mohamed Emwazi non era quella di un immigrato qualunque: l’uomo proviene infatti da una famiglia agiata di Londra, nessuna storia di ghetto e povertà quindi. Emwazi era un assiduo frequentatore della moschea di Greenwich, e sembra avere anche conseguito una laurea in informatica all’Università di Westminster, prima di avvicinarsi all’ideologia dei fondamentalisti islamici.

Ciò avvenne, secondo le ricostruzioni offerte dalla BBC, nel 2009. Jihadi John, al tempo semplicemente Mohamed Emwazi, aveva all’epoca organizzato un viaggio in Tanzania insieme a due suoi amici, un tedesco convertito all’Islam chiamato Omar (il cui vero nome non è stato rivelato) ed un altro ragazzo di nome Abu Talib. Il trio sarebbe stato però intercettato all’aeroporto di Dar es Saalam, , tratto in arresto ed espulso dal Paese per direttissima. Ma l’appuntamento con il terrorismo militante venne soltanto rimandato.

Nel 2010, di ritorno da un viaggio in Kuwait, Emwazi venne arrestato per la prima volta dagli agenti dell’antiterrorismo britannico, già a conoscenza delle sue inclinazioni all’attivismo fanatista. Il suo nome venne quindi inserito nel database dei terroristi da monitorare, e gli venne proibito di espatriare.

Jihadi John (o Jailer John, meno diffuso) è il soprannome affibbiato a Mohamed Emwazi dalla stampa britannica, e sembra che a promuoverlo inizialmente sia stato un gruppo di ostaggi tenuti in custodia dallo stesso Emwazi, che avevano notato come i quattro membri della cellula terroristica che li teneva prigionieri avevano tutti un accento britannico. Da qui il riferimento ai Beatles, con Mohamed Emwazi, il leader del gruppo fisiologicamente accostato a John Lennon, in virtù del suo ruolo preponderante.

Sulla testa del boia dell’Isis, un tempo emigrato londinese di buona famiglia, implicato negli omicidi degli ostaggi Steven Sotloff, David Haines, Alan Henning, Peter Kessing, Haruna Yukawa e Genji Goto Jogo, oltre che di numerosi soldati siriani,  pende oggi una taglia di 10 milioni di dollari.

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