La super mamma di 14 figli non cede alla violenza del rapinatore

Forse non sapeva che la donna che aveva di fronte era "super": una super mamma di 14 figli con tanta energia e forza di volontà. Così, il rapinatore - dopo aver picchiato la donna - ha rinunciato alla sua borsa, ed è fuggito via.

La super mamma di 14 figli non cede alla violenza del rapinatore

Nessuno ha alzato un dito per aiutare la super mamma, 14 bambini, rapinata e picchiata davanti alla stazione ferroviaria di Padova. Così, alla sofferenza della paura e dei lividi lasciati, s’aggiunge la tristezza per una Città che sta diventando indifferente. La donna stava seduta all’interno del pulmino, lo stesso che usa per spostare la numerosa prole.

Domenica sera, verso le 18, stava per l’appunto attendendo le figlie che – a momenti – sarebbero rientrate a Padova in treno, quando qualcuno le è piombato dentro il pulmino, e ha cominciato a strattonarla.

Alessandra Bortoletto Calò, 45 anni, ha saputo difendersi da sola mettendo in moto tutte le sue energie per impedire ai malviventi di portarle via la borsa. Il rapinatore, uno straniero, vista la tenacia della donna, ha provato ad insistere trascinandola fuori dall’abitacolo, dopo averla strattonata e picchiata ma, vista la resistenza, ha deciso di mollarla e di fuggire via, senza la borsa. La donna è rimasta a terra, sul marciapiede, dolorante e piena di lividi, tra l’indifferenza di quanti avevano assistito alla violenza.

Alessandra Bortoletto, già nota grazie alla famiglia molto numerosa, ancora agitata, arrabbiata, delusa e impaurita, racconta l’accaduto: “Queste cose non dovrebbero accadere a nessuno. Sono sconvolta“. Un’avventura tanto scioccante che la donna ha deciso di esporla anche al sindaco, Sergio Giordani, perché – in quanto primo cittadino – prenda provvedimenti per far tornare Padova ad uno stato di sicurezza.

La 45enne afferma di aver sempre vissuto a Padova, una città che ha sempre amato, almeno finché era viva, vivibile e sana, ma: “Ieri pomeriggio – Alessandra si riferisce a domenica – aspettavo le mie figlie davanti al piazzale della stazione. Ero seduta nel posto del conducente quando, a un tratto, nel nostro pulmino è entrato un extracomunitario, mentre un secondo personaggio faceva da palo“, ed è subentrata la rabbia e la tristezza per come si sta riducendo questa città.

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