La Chiesa accoglie i migranti utilizzando i soldi degli italiani

L'ultimo rapporto della Caritas sulla "Protezione internazionale in Italia" espone chiaramente che il 79% dei profughi accolti tra le braccia amorevoli delle associazioni cattoliche vivono grazie ai soldi dello Stato.

La Chiesa accoglie i migranti utilizzando i soldi degli italiani

L’accoglienza dei immigrati nel 2017 potrebbe costare 4 miliardi e 304 milioni, in un possibile scenario di crescita potrebbero salire a 4 miliardi e 700 milioni. Il segretario generale della Cei, Monsignor Nunzio Galantino, aveva sentenziato, avvolto nell’afflato caritatevole, che bisogna accogliere i migranti: facendo due conti la Chiesa non utilizza i soldi del Vaticano, ma quelli degli italiani.

Il Papa l’ha detto senza mezzi termini: “Chi non accoglie non è cristiano“, per la serie aiutiamo non intaccando minimamente l’immenso patrimonio del Vaticano. L’ultimo rapporto della Caritas sulla “Protezione internazionale in Italia” mette in evidenza un quadro inquietante: a giugno 2016 il 17% dei profughi accolti in Italia sono stati annessi nell’universo Cei, di questi 23.201 immigrati, solo 4.929 vivono con i fondi ecclesiastici o le donazioni, per gli altri 18.272 – ben il 79%  – la Chiesa utilizza i soldi dello Stato.

Le diocesi e la Caritas si spartiscono 150 milioni di euro all’ anno. La Caritas gestisce un’infinità di organizzazioni che ad essa fanno riferimento: la Diakonia onlus di Bergamo ha incassato 8,1 milioni, la Intrecci Coop di Milano 1,2 milioni per l’ accoglienza straordinaria a Varese, la “Madonna dei bambini del villaggio del ragazzo” ha percepito 1,5 milioni di euro. Centinaia di associazioni affiliate alla dottrina sociale della Chiesa percepiscono soldi dallo stato.

La Antoniano onlus di Bologna – quella dello Zecchino D’oro –  ha incassato 129mila euro in un anno; la coop Edu-Care di Torino 2,6 milioni. Le Acli si collocano all’interno di questo elenco infinito, una specie di pozzo senza fondo ove scompaiono fondi pubblici.

Occorre aggiungere a questi immensi finanziamenti le cooperative bianche, incluse le coop immischiate in Mafia Capitale, e le Misericordie d’ Italia: esprimono la loro carità incassando denaro pubblico. Il Cara di Isola di Capo Rizzuto, al centro di pesanti accuse, collegamenti con la mafia e trattamenti inumani, è gestita da una coop

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