Isis, la moglie di Alan Henning fa appello per la sua liberazione

La donna ha implorato i militanti di "guardare nei loro cuori" e di rilasciare il marito. Alan Henning è un cooperante che è stato sequestrato dagli jihadisti durante una missione umanitaria in Siria fatta a dicembre

Isis, la moglie di Alan Henning fa appello per la sua liberazione

Un appello è stato fatto dalla moglie di Alan Henning, il tassista britannico tenuto in ostaggio dai militanti dello Stato Islamico: la donna invoca la liberazione del marito e ha anche supplicato i militanti di “guardare nei loro cuori” per trovarvi la pietà e la comprensione di accogliere la sua richiesta e rilasciare il marito. L’uomo è sotto sequestro degli jihadisti dal dicembre scorso, ed è stato catturato durante una missione di aiuto in Siria. La signora Henning ha fatto sapere di aver inviato il messaggio ai militanti islamici, ma di non aver ancora ricevuto alcuna risposta.

Nel video a quanto pare la donna ha davvero implorato a gran voce la liberazione del marito, e più volte ha detto ai carcerieri a cosa servisse la morte dell’uomo per la loro causa e quali benefici potesse apportare. La signora si è umiliata sperando che il suo intervento potesse servire a qualcosa.

Alan Henning è un cooperante volontario britannico ed è stato rapito dall’Isis dieci mesi fa, mentre, mentre stava portando a destinazione un convoglio di aiuti umanitari per conto di una Ong musulmana. L’Isis ha fatto delle minacce di morte all’uomo la settimana scorsa, in un video trasmesso apposta per far sapere ai familiari che Henning correva il rischio di essere decapitato come il suo precedente connazionale, il cooperante scozzese David Haines e i due giornalisti americani James Foley e Steven Sotloff. Il video registrato dalla moglie di Henning è stato diffuso dal Foreign Office e adesso la donna non attende altro che di sapere se ci sarà qualche cambiamento sui loro piani.

Alan Henning ha 47 anni, ed è padre di due ragazzi che abitano a Manchester, che attendono con ansia il ritorno del padre a casa. La speranza che i militanti jiadhisti prendano a cuore la richiesta della donna è flebile, visto gli atti di terrorismo che hanno condotto finora, e il fatto che ancora non hanno risposto fa pensare al peggio, ma la donna vuole credere che un filo di umanità possa far capolino nel cuore di questi assassini. Speriamo che la richiesta della donna sia esaudita e che la famiglia possa ricomporsi quanto prima.

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