In sala parto nonostante stia soffocando: indagate le anestesiste

È successo a Padova, un anno fa: le responsabili sono state iscritte nel registro degli indagati. L'accusa a loro carico è di lesioni personali colpose aggravate.

In sala parto nonostante stia soffocando: indagate le anestesiste

In una casa di riposo, ferma e immobile in un letto, ridotta allo stato vegetativo da un anno, c’è una giovane mamma. Domenica, qualcuno, per lei, spegnerà trentacinque candeline: non può, infatti, festeggiare il dono della vita insieme a suo marito, e al suo bambino che – ormai – ha un anno. La donna è una padovana che non è più in grado di parlare, di muoversi, e di mangiare.

Lo scorso anno, nel mese di aprile, la futura mamma è stata ricoverata all’ospedale civile di Padova, nel reparto di Ostetricia: la data del parto era stata fissata un po’ più in là nel tempo ma, per problemi di respirazione, anche la gravidanza cominciava ad essere portata avanti con difficoltà.

Così nella serata del 28 aprile del 2016, a causa di una nuova crisi respiratoria, la donna è stata portata all’ospedale. Subito preoccupati, gli infermieri di turno hanno chiamato le due anestesiste in servizio quella sera presso l’Azienda ospedaliera, una di 61 e una di 56 anni. Le due dottoresse hanno valutato la situazione, e deciso di non effettuare la tracheotomia d’urgenza alla ormai prossima mamma ma, piuttosto, di portarla in sala parto, e aiutarla nella respirazione con l’ossigeno mediante una mascherina.

La donna ha partorito un maschietto, nato prematuro, ma sano. La signora, secondo il titolare delle indagini, il sostituto procuratore Francesco Tonon, sarebbe rimasta senza ossigeno per circa venti minuti.

Un esperto ha fatto le analisi, mettendo in evidenza quanto avrebbero dovuto fare le due anestesiste, ossia praticare una tracheotomia d’urgenza alla paziente. Le due anestesiste si sono trovate iscritte nel registro degli indagati, accusate di lesioni personali colpose aggravate.

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