In carcere funzionari dell’Agenzia delle Entrate per tangenti

Da mesi i due funzionari erano sotto indagine e già erano stati raggiunti da provvedimenti restrittivi. Oggi i due ispettori sono stati arrestati, avevano chiesto "50 mila euro per ammorbidire una verifica fiscale"

In carcere funzionari dell’Agenzia delle Entrate per tangenti

Un’accusa di aver intascato una tangente di 50 mila euro è stata rivolta verso due funzionari dell’Agenzia delle Entrate di Roma, finiti in carcere ma dopo però essere stati da tempo individuati dagli investigatori. La tangente di 50mila euro serviva a sistemare la verifica fiscale ed evitare contestazioni e sorprese. E’ quanto emerso dalle indagini svolte dalla Guardia di finanza, che ha accertato che i due funzionari si sono presentati in un ristorante per un controllo fiscale e, dopo le prime verifiche, hanno detto al ristoratore di aver calcolato maggiori ricavi non dichiarati per un milione.

Dalla notizia riportata dal gip, emerge che il commerciante ha detto che la cosa era impossibile, ma “uno dei due faceva presente che sarebbe stato possibile abbattere il rilievo, e anche escluderlo”, qualora il ristoratore “avesse corrisposto loro una somma di 25mila euro, successivamente lievitata a 50mila” perchè, “a detta di uno dei due, doveva essere successivamente divisa in ufficio con altre persone”.

Gli investigatori del Nucleo di Polizia tributaria hanno ricostruito la vicenda, e hanno accertato che gli ispettori in questione, tra cui vi era anche Giuseppe Costantini, avrebbero cercato anche in altre occasioni di estorcere tangenti per evitare controlli fiscali che spesso eseguivano nei locali. I due funzionari sono stati tratti in arresto con in esecuzione di un’ordinanza di custodia emessa dal gip, Simonetta D’Alessandro, dietro richiesta del pm Mario Palazzi.

L’indagine che ha portato alla cattura dei due ispettori è il seguito di quella che aveva permesso già lo scorso luglio di emettere, da parte del gip, un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Costantini e di un altro funzionario dell’Agenzia delle Entrate. Allora fu anche un altro proprietario di un locale a denunciare l’episodio, al quale i due funzionari pubblici avevano richiesto un’ingente somma di denaro per sistemare le verifiche fiscali. Ecco cosa scrive il gip nel provvedimento di arresto per Costantini e Gloria: “Le indagini successive hanno confermato quanto emergeva dai primi accertamenti e cioè come, tenuto conto delle peculiari modalità dell’agire concussivo, quell’episodio rappresentasse solo la punta di un iceberg di una più diffusa condotta infedele da parte di funzionari appartenenti all’Agenzia dell’Entrate”. A far andare in porto l’operazione è stata anche grazie la collaborazione della Direzione generale del Lazio dell’Agenzia delle Entrate.

Continua a leggere su Fidelity News