In Arno, i sommozzatori hanno recuperato un elefante in bronzo

Un drone della polizia, utilizzato per la sorveglianza in occasione del G7 della cultura e per la visita di Carlo e Camilla a Firenze, è caduto in Arno: durante le ricerche, è stato recuperato un elefante in bronzo la cui provenienza è sconosciuta.

In Arno, i sommozzatori hanno recuperato un elefante in bronzo

Un drone della polizia, impiegato per la sorveglianza durante il G7 della cultura e per la visita dei reali Carlo e Camilla a Firenze, a causa di un guasto tecnico, era precipitato in Arno durante l’utilizzo. Nei giorni scorsi, i sommozzatori della polizia hanno effettuato ricerche nel letto del fiume e, all’altezza del Ponte Vecchio, hanno ripescato un elefantino in bronzo, taglia 45×50: presenta notevoli segni di erosione, e non si è ancora a conoscenza di quanto sia stato in acqua.

A breve dovrebbe essere osservato e analizzato dall’Opificio delle pietre: la Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio di Piazza Pitti, diretta dall’archeologo Andrea Pessina, è al corrente del ritrovamento dei carabinieri diretti dal capitano Lanfranco Disibio, comandante della sezione fiorentina del Nucleo tutela patrimonio culturale.

La statuetta è ancora nella disponibilità dell’Arma: attraverso la banca dati, stanno cercando di comprendere se vi sia una provenienza illecita dell’oggetto. I primi dati da accertare sono il tipo di fusione – il bronzo è una lega composta da rame con un metallo che può essere alluminio, nichel, berillio, stagno – e la provenienza storica.

La simbologia legata all’elefante racchiude notevoli significati: probabilmente, viste le dimensioni, si tratta di un cucciolo, simbolo di protezione della famiglia, di cura dei propri cari. L’elefante, nella tradizione indiana, rappresenta la forza e la prosperità, è il guardiano della terra. In Europa, nel Medioevo, il mammifero era emblema di saggezza, temperanza, eternità, e pietà.

In India, è segno di pace e prosperità, e la proboscide è un tramite per eliminare gli ostacoli sulla strada che conduce alla felicità. La direzione della proboscide è indicativa: sollevata, assume rilevanza magica, diretta a terra, come nel caso dell’elefantino recuperato in Arno, la credenza è che possa attirare energie negative. La proboscide verso l’alto è un chiaro simbolo fallico: allude alla potenza sessuale, e alla fertilità.

L’elefante è sacro a Buddha: la leggenda dice che la prima incarnazione di Mahaprajapati Gautami come Buddha lo vide come un elefante bianco cresciuto nel ventre materno. L’elefante bianco è un simbolo immutato del buddismo: il Buddha viene associato all’elefante per indicare la compassione, la verità, la pace, l’amore, e la gentilezza.

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