Imprenditore evade le tasse per dare i soldi ai suoi operai: assolto

Sta facendo scalpore la storia di Diego Lorenzon, imprenditore 53enne che evase le tasse per poter avere la possibilità di dare quei soldi ai propri operai. Tant'è che alla fine il giudice ha deciso per l'assoluzione.

Imprenditore evade le tasse per dare i soldi ai suoi operai: assolto

Fare l’imprenditore non è semplice, specialmente per le piccole e medie imprese: se da una parte le multinazionali stanno letteralmente fagocitando il mercato, mostrandosi ai contesti locali come abnormi blob impossibili da contrastare, dall’altra molti artigiani e liberi professionisti sono rimasti schiacciati da questa sorta di “macchina globalizzante”; alcuni vedendosi costretti a licenziare, altri addirittura a chiudere l’azienda.

Non è stato questo però il caso di Diego Lorenzon, imprenditore veneto di 53 anni titolare della Poolmeccanica di San Michele al Tagliamento, in provincia di Venezia. L’azienda di famiglia era tutta per Diego, tant’è che quando iniziò la crisi economica, per riuscire a pagare gli stipendi senza andare in fallimento l’uomo si convinse che esisteva una sola soluzione.

Ovverosia, evadere le tasse. Diego dovette fare sacrifici incredibili e salti mortali improponibili per riuscire a tenere aperta la “sua creatura”, ed al contempo evitare licenziamenti di massa. Nonostante lo sforzo però, i conti continuavano a non tornare e così, piuttosto che chiudere e lasciare a casa i suoi dipendenti, l’imprenditore aveva optato per l’evasione.

Proprio in virtù di ciò Diego Lorenzon è poi finito in tribunale, con l’accusa di non avere corrisposto le ritenute certificate per l’anno 2011, per un ammontare complessivo di 262.000 euro. Una cifra che però non è stata trattenuta dall’imprenditore, bensì riutilizzata per pagare tutti i suoi 50 dipendenti regolarmente ed onorare gli impegni presi con i fornitori, posticipando dunque i versamenti al Fisco.

Quest’oggi però c’è stato una sorta di lieto fine per questa storia: Diego ha voluto presentarsi in aula nonostante i gravi problemi di salute, ed ha chiesto al giudice di poter parlare in sua difesa. L’orazione dell’imprenditore è durata circa dieci minuti, nel corso dei quali il 53enne ha spiegato le motivazioni del suo operato.

Le banche ci hanno chiesto di rientrare, dovevamo acquistare la materia prima in contanti. Che cosa dovevamo fare in queste condizioni disperate?” ha domandato Diego al giudice. L’uomo ha poi sottolineato di avere liquidato quasi 7 milioni di euro in dieci anni di tasse – oltre a sanzioni per il 30% oggi – ed alla fine il giudice Rodolfo Piccin del Tribunale di Pordenone ha revocato il rinvio del processo.

Anche l’accusa ha perorato la causa di Diego, tant’è che la rappresentante della Procura ha chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste, motivando così la peculiare richiesta: “Cos’altro si può chiedere di più a questa persona?“. Alla fine Piccin ha deliberato senza nemmeno avvalersi della Camera di Consiglio – pleonastica a questi presupposti – dichiarando l’imputato assolto da ogni accusa.

In aula è scattato un applauso commosso e Diego, che ha avuto la sola “colpa” di aver messo il rispetto dei fornitori e la vita dei suoi impiegati davanti agli oneri col Fisco, ha potuto festeggiare la libertà.

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