Il giudice Salvini: "Stop ai processi se l’imputato straniero non lo sa"

Il giudice Giudo Salvini, della Prima sezione penale del Tribunale di Milano, nell'ordinanza sul caso di un algerino, ha sentenziato che un processo con imputato irregolare possa essere congelato.

Il giudice Salvini: "Stop ai processi se l’imputato straniero non lo sa"

I paradossi della nostra giustizia sono ampliamente esplicati nell’ordinanza del giudice Guido Salvini della Prima sezione penale del Tribunale di Milano emessa sul caso di un giovane algerino, senza fissa dimora e accusato del possesso di banconote false: i processi con imputati irregolari rischiano di venire ibernati fino a quando la polizia giudiziaria non riuscirà a ritrovarli ed a informarli perchè se non sai di essere imputato non puoi essere processato.

Migliaia di cause per reati come ricettazione, furto, occupazione di immobili e resistenza a pubblico ufficiale, e in generale tutti i reati che non prevedono l’arresto obbligatorio, rimarranno reclusi in un limbo. Gli imputati senza fissa dimora rilasciano come domicilio stabilito quello del difensore indicato d’ufficio: le carte processuali giungono al suo studio, e l’imputato dovrebbe informarsi sul processo.

La Camera penale di Milano, l’associazione dei penalisti, è coesa con la sentenza del giudice Salvini. La presidente Monica Gambirasio ha detto: “In caso di incertezza della conoscenza del processo non rimane che sospenderlo. Così si risparmiano anche risorse economiche della giustizia, già limitate. Un’altra penalista ha sentenziato che occorre rendere conto alla società del fatto che un possibile colpevole viene graziato perché non si è stati in grado di rintracciarlo.

La tesi di Guido Salvini è che, sulla base di una elezione di domicilio “del tutto formale se non fittizia, si celebrerebbe un processo a un fantasma di fatto irreperibile”. Si dice certo che uno straniero senza fissa dimora non comprenda il fatto di essere sotto processo per essere stato fermato durante un controllo di polizia ove ha indicato, come proprio domicilio, quello del legale d’ufficio che, forse, non ha mai visto.

Il giudice Guido Salvini ha sospeso quindi uno dei processi a uno straniero difeso d’ufficio da Manuela Mongili, perchè assente o ignaro: una contraddizione con la scelta di non procedere quando il rapporto processuale di fatto non si sia costituito.

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