Giudice del lavoro di Torino boccia severamente il Metodo Stamina

Giudice del lavoro di Torino boccia il Metodo Stamina per un bambino di tre anni affetto da grave patologia neurologica e lo definisce un caso di ciarlataneria medica. A breve il processo a Vannoni.

Giudice del lavoro di Torino boccia severamente il Metodo Stamina

Un giudice del lavoro interpellato in via d’urgenza da una famiglia torinese, ha detto no al metodo stamina e motivato la sentenza in maniera molto dura, definendo il metodo come “quack method”, cioè uno di quei casi sanitari di ciarlataneria che infondono false speranze nei pazienti e nei loro parenti, senza che la cura in oggetto abbia nessuna prova di efficacia.

Il caso riguardava un bambino di tre anni affetto da una rara malattia chiamata “Malattia di Canavan”, una forma neurodegenerativa molto diffusa fra gli ebrei ashkenaziti, per la mutazione di un gene che ha il compito di degradare l’Acido N-acetil-L-aspartico (NAA). La mutazione di questo gene determina l’accumulo di questo acido nel sangue, nelle urine e nel liquido cefalorachidiano con conseguenze molto gravi nella forma neonatale della malattia caratterizzata da macrocefalia, ipotonia muscolare e gravi ritardi dello sviluppo. Ne esiste poi una forma lieve che determina solo lieve ritardo di sviluppo.

In questo caso i genitori del piccolo erano consapevoli che l’aspettativa di vita del loro bambino era al massimo di dieci anni ed hanno tentato il tutto per tutto per accedere alla cura che avrebbe dovuto miracolosamente guarire la sua malattia. Il giudice, però ha preso le distanze da alcuni suoi colleghi che prima di lui hanno autorizzato il metodo stamina e le sue motivazioni non hanno lasciato adito a dubbi di nessun genere.

Il giudice ha, infatti affermato che il “Metodo Stamina” è un vero e proprio caso di ciarlataneria medica, che non ci sono evidenze scientifiche sulla sua efficacia e che ha avallato anche tramite sentenza l’affermazione di quattro luminari della scuola di medicina torinese i quali hanno affermato senza ombra di dubbio che  “Non esiste nessuna terapia neurologica a base di cellule staminali”.

Dopo questa chiarissima sentenza c’è attesa per il processo a Davide Vannoni, il “padre” di Stamina che si celebrerà a partire dal prossimo 3 Aprile e che lo vede imputato di truffa ai danni della Regione Piemonte per aver chiesto un finanziamento di 50.000 Euro per l’apertura di un laboratorio nel 2008. Tutto questo, poi, dopo che due mesi fa l’Agenzia delle Entrate del Piemonte ha cancellato Stamina Foundation dall’anagrafe delle onlus.

Il caso stamina è grave già di per se, sia per il personaggio coinvolto sia per il denaro che è girato dietro alla speranza di false cure, ma la cosa più sconcertante di tutte è che il tutto ruota intorno alla vita e alla salute di bambini che affrontano già tragicamente una vita segnata da malattie che lasciano poche speranze. Speranze che non dovrebbero essere comprate né vendute.

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