Giudice condannato perchè troppo lento: dovrà risarcire 20mila euro

La Corte dei Conti del Veneto ha condannato il giudice Aldo Giancotti al pagamento di una somma - pari a ventimila euro - agli imputati di alcuni suoi processi, che hanno dovuto aspettare fino a tre anni per vedere depositate le motivazioni della sentenza.

Giudice condannato perchè troppo lento: dovrà risarcire 20mila euro

Un magistrato di Belluno, Aldo Giancotti, è stato condannato dalla Corte dei Conti a risarcire gli imputati di alcuni processi che – in alcuni casi – per l’eccessiva lentezza con cui ha depositato le motivazioni della sentenza, hanno dovuto aspettare fino a tre anni.

Che la giustizia italiana sia troppo lenta è un fatto ormai noto a molti, lentezza spesso attribuita alla mancanza di organico e all’eccessivo carico di procedimenti depositati. Ma ad aggiungersi a questi ormai noti problemi, c’è anche quello dei tempi troppo lunghi e molto dilatati che certi magistrati impiegano per scrivere le motivazioni della sentenza, a cui succede il relativo deposito.

L’attività di redazione delle motivazioni, a seconda della gravosità del processo, necessita sicuramente di una grande cura e attenzione, ma a tutto c’è un limite – secondo quanto affermato dai giudici della Corte dei Conti – perchè non è accettabile che l’attesa del deposito della sentenza debba durare troppo.

Queste in sintesi le motivazioni che hanno indotto i giudici della Corte dei Conti veneta a condannare il magistrato bellunese per la sua eccessiva lentezza, che in ben sette casi su un migliaio di cause trattate ha portato a tempi così lunghi e dilatati per il deposito delle motivazioni.

Fatto non di poco rilievo se si considera che senza il deposito delle motivazioni della sentenza il processo non è tecnicamente concluso, quindi non si può procedere con gli altri gradi di giudizio, che in Italia – è bene ricordare – sono tre. Nelle loro motivazioni, i giudici della Corte dei Conti hanno rilevato che Aldo Giancotti è un giudice molto preciso e molto bravo nel suo lavoro, ma a queste buone qualità a volte si è accompagnata forse una certa incapacità organizzativa, cosa che a sua volta ha fatto ritardare la fine di alcuni procedimenti.

Per tali ritardi, il Ministero della giustizia, in base alla legge Pinto, era stato condannato al risarcimento di 40mila euro, soldi che ora in parte sono richiesti – e che dovrà pagare – il vero colpevole, ovvero il giudice Aldo Giancotti. Una sentenza destinata a fare discutere non solo tra le aule del Tribunale di Belluno.

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