Firenze, non ammessa a lavorare perchè porta il velo

La denuncia di Sanaa, una ragazza musulmana che fa parte della comunità islamica fiorentina, giunge durante la visita del sindaco Dario Nardella al centro islamico di piazza Ciompi, nel centro di Firenze.

Firenze, non ammessa a lavorare perchè porta il velo

“Non sono stata ammessa a lavorare in una biblioteca comunale perché porto il velo“ è la denuncia di Sanaa, una ragazza musulmana facente parte della comunità islamica fiorentina, rivolta al sindaco Nardella durante la sua visita al centro islamico di piazza dei Ciompi. La Corte di giustizia europea ha sancito, in questi giorni, che vietare il velo sul luogo di lavoro non è un atto discriminatorio.

Sanaa lavora da sette anni nel settore bibliotecario, ha cambiato diverse biblioteche, quando la coooperativa ha ampliato il servizio in un’altra struttura il direttore ha negato alla donna di portare il velo adducendo che, nell’ambito del servizio pubblico, non è corretto mostrare simboli religiosi.

La donna ha rinunciato al nuovo incarico, come ha spiegato nel corso dell’incontro, non rivelando quale biblioteca sia, ne quale sia il nome del responsabile, solamente che è una struttura pubblica in provincia di Firenze. Sulla vicenda di Sanaa, il sindaco Nardella è intervenuto dicendo che il caso merita un approfondimento, occorre chiarire le motivazioni,  una società priva di simboli, anche religiosi, del resto, è una società vuota.

La Corte di giustizia dell’Unione europea  ha sancito che “non costituisce una discriminazione” la scelta dei datori di lavoro di vietare alle proprie dipendenti di indossare il velo islamico o qualsiasi segno visibile di tipo politico, filosofico o religioso. La sentenza è frutto di due avvenimenti accaduti in Belgio e in Francia, dove due lavoratrici sono state licenziate perché hanno deciso di non rinunciare allo hijab in ufficio.

Izzedin Elzir, da 14 anni imam di Firenze e attualmente presidente dell’Ucoii, critica duramente la sentenza sentenziando che l’aria islamofoba sta tirando fortemente, fuori dal rispetto promulgato dalla società europea, una donna deve essere libera di mettere il velo, non venendo discriminata.

Nardella durante l’incontro ha affrontato anche l’ipotesi di un vero luogo di culto per i musulmani, una moschea provvisoria per la preghiera del venerdì e per il mese di Ramadan. L’idea  è quella di sfruttare gli spazi dell’ex caserma Gonzaga Lupi di Toscana, tra Firenze e Scandicci.

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