Firenze, femminicidio: donna uccisa a bastonate, giustizia è stata fatta

Era il 30 ottobre 2015 quando Marinella Bertozzi, 50enne originaria di San Miniato, fu trovata morta nella villetta dove viveva con il marito. Oggi arriva la sentenza definitiva.

Firenze, femminicidio: donna uccisa a bastonate, giustizia è stata fatta

Un orrendo delitto, una donna massacrata di botte, distesa sul letto, nuda, coperta solo da un lenzulo. Questa la scena raccapricciante che si sono trovati davanti i carabinieri arrivati sul posto.

La sera del 30 ottobre 2015 Marinella era uscita di casa e si trovava in un locale quando le arrivò la chiamata del marito che la intimava di tornare a casa immediatamente. Le parole che si fece sfuggire subito dopo, preannunciavano la tragedia che si sarebbe consumata da lì a poco: “Questa volta le gambe non ce le levo“.

E così fu, appena arrivò a casa ad accoglierla trovò la furia inumana del marito, sposato un anno prima, che la investì come un treno in corsa, con calci, pugni e bastonate, procurandole lesioni interne fatali. Il fratello ha sempre sostenuto la colpevolezza del cognato che in primo grado, processato con rito abbreviato, venne giudicato colpevole e condannato a 18 anni di carcere.

Ora, i giudici d’appello di Firenze (presidente Alessandro Nencini), hanno ritenuto opportuno aumentare la condanna a 30 anni di carcere. Non è stata accolta la proposta del pm Sandro Cutrignielli che aveva chiesto l’ergastolo e l’isolamento. L’avvocato Francesco Stefani, difensore di Benvenuti, ha fatto sapere che ci sarà un ricorso in Cassazione.

L’accusa tiene a precisare e a ricordare che l’uomo aveva ridotto Marinella “in schiavitù”, la picchiava “con immane violenza”, con calci, pugni fino ad arrivare ad usare corpi contundenti. La morte della donna, in un primo momento, era stata considerata “morte naturale”, solo dopo le varie insistenze del fratello della vittima, che ha sempre sospettato che la sorella fosse stata uccisa, è stato aperto un fascicolo.

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