Fernando Cantile arrestato per usura ed estorsione

Fernando Cantile davanti ai giudici si è professato innocente, è accusato di usura ed estorsione ai danni di un imprenditore liternese; l'uomo è stato raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelate in carcere, i reati si sarebbero verificati tra il 2008 e il 2009

Fernando Cantile arrestato per usura ed estorsione

Si è dichiarato innocente. Fernando Cantile 62 enne di Casapesenna, alla presenza dei suoi legali di fiducia, gli avvocati Guglielmo Ventrone e Giovanni Cantelli, ha risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari nel corso dell’interrogatorio di garanzia effettuato dopo l’arresto di lunedì. L’uomo è stato infatti raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita dalla squadra mobile di Caserta insieme ai colleghi della sezione distaccata di Casal di Principe con l’accusa di usura ed estorsione.

Secondo quanto accertato dalla polizia e dichiarato dalla vittima, avrebbe preteso da un imprenditore di Villa Literno la restituzione di un prestito con un tasso di interessi del 120 oer cento annuo. Il tutto vantando un’amicizia con il boss dei Casalesi Michele Zagaria. 

Così come emrso dalle indagini Cantile, con l’aiuto della moglie e del figlio ( indagati a piede libero) avrebbe anche apposto i lucchetti ad un’azienda di proprietà della vittima data in garanzia per il pagamento. In sede di denuncia l’imprenditore di Villa Literno riferì che: “dal mese di agosto del 2008 e fino al mese di settembre del 2009, tutti i soldi ricavati dalla vendita del latte per un importo complessivo di 171 mile euro sono stati incassati direttamente da Cantile, senza che io ne avessi mai notizie”

Inoltre sempre nel periodo tra il 2008 e il 2009 cantile avrebbe incassato, sempre a fronte degli interessi del prestito di 50mila euro, altri 30mila euro relativa alla macellazione di alcune bufale sottratte all’imprenditore. Di queste bufale sono state presentate dall’accusa anche le fatture relative agli anni 2008 e 2009. Cantile sempre nel 2008 pretese dall’imprenditore e dal figlio, a fronte del debito che avevano con lui, la sottoscrizione di un documento con il quale l’imprenditore e il figlio si impegnavano a vendergli la proprietà dell’azienda bufalina, a garanzia del debito che a suo dire avanzava, sempre vantandosi di avere questa famosa amicizia col boss dei Casalesi, anzi Cantile ottenne questa sottoscrizione, dicendo addirittura che questo documento serviva per poterlo esibire al citato latitante Michele Zagaria, per dimostrare al boss di aver ottenuto una garanzia per estinguere il debito.

Addirittura il Cantile non contento di aver ottenuto anche l’impresa costrinse i familiari dell’imprenditore a farsi versare un assegno da lui stesso compilato in ogni parte per un importo complessivo di circa 600mila euro, che lui a seguito di minacce si era fatto consegnare in bianco.

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