E’ morto Paolo Villaggio, l’ultimo vero comico italiano

È morto a Roma l'attore Paolo Villaggio. Da alcuni giorni era ricoverato al Policlinico Gemelli, aveva 84 anni, ci lascia l'ultima vera maschera della Commedia dell'arte italiana.

E’ morto Paolo Villaggio, l’ultimo vero comico italiano

E’ morto al Policlinico Gemelli di Roma, all’età di 84 anni, dopo giorni di ricovero per il suo diabete. La maschera eterna, in cui in qualche misura ci siamo tutti riconosciuti, ci ha lasciati: Fantozzi l’omino della piccolissima borghesia, vigliacco e schiacciato dal Padrone, attore di una vita parzialmente già scritta. La carriera di Paolo Villaggio è ricca di sfumature: libri, cabaret, teatro, cinema, radio e tv che nel tempo hanno ceduto il passo alla stanchezza e alla delusione.

Con Villaggio muore uno degli ultimi comici italiani. Dopo una fortunata carriera nel cabaret e alla televisione – indimenticabili il sadico professor Kranz e il sottomesso impiegato Fracchia –  Villaggio entrò nel cinema: nel 1970 fu l’alemanno infanticida in “Brancaleone alle Crociate” di Mario Monicelli; al fianco di Vittorio Gassman partecipò a due film “Senza famiglia, nullatenenti cercano affetto” e “Che c’entriamo noi con la rivoluzione?“; nel 1974 recitò in “Non toccare la donna bianca” di Marco Ferreri.

Il primo Fantozzi, diretto da Luciano Salce, uscì quando l’omonimo libro di Villaggio diventò un best-seller: il primo capitolo di una lunga fortunata serie. Fantozzi è la commedia dell’arte con effetti comici portentosi: i patetici cenoni aziendali l’ultimo dell’anno, le squallide gite fuori porta con le nuvoletta pronta ad esplodere, lo start per timbrare il cartellino all’uscita e l’inchino al boss Agus sul divano in pelle umana sono spezzoni eterni.

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I coprimari altrettanto indimenticabili: la paziente, malinconica, moglie Milena Vukotich, l’orribile scimmiesca figlia, l’attore tunisino Plinio Fernando, il miope, adorabile, Filini-Gigi Reder collega d’ufficio, il vendicativo capo personale Umberto D’Orsi, la signorina Silvani, Anna Mazzamauro, patetica collega finta chic che ama e desidera da sempre e che si concederà nell’ottavo episodio del serial al grido a seguire” Me lo ridiiii”.

L’attore Villaggio alternava tranquillamente ruoli principali a film corali come “I pompieri”, “Missione eroica i pompieri 2“, “Scuola di ladri”,”Scuola di ladri parte seconda”, Rimini Rimini”.

Federico Fellini, lo diresse nel 1989 con Roberto Benigni nella “Voce della luna“, Ermanno Olmi ne il “Segreto del Bosco Vecchio” (1993), Monicelli in “Cari fottutissimi amici” (1994). I grandi registi hanno saputo valorizzare i tratti più amari, cinici e malinconici della sua grande “maschera” di perdente.

Pellicole meno fortunate furono “Professor Kranz tedesco di Germania” di Salce e un paio di “Fracchia” diretti da Neri Parenti. Paolo Villaggio ha vinto il David di Donatello come miglior attore protagonista per il film di Fellini, il Leone d’Oro alla carriera (1992), il Nastro d’argento (2000).

La sua attività di scrittore satirico non si può riassumere in due righe, incursioni teatrali, tra cui un Avaro (1996) e l’autobiografico “Delirio di un povero vecchio” (2000-2001). Fondamentale fu la sua amicizia con Fabrizio De André, che produsse due pezzi memorabili: “Il fannullone” e “Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers”.

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